VENEZIA - Frode informatica con guadagni da 100mila euro l'anno: scattano le manette per una persona e la denuncia per altre cinque. Perquisizioni anche a Venezia....
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Le indagini sono iniziate da uno studio condotto da alcuni ricercatori statunitensi dell'Internet Storm Center (Isc) che avevano individuato delle botnet costituite da dispositivi Network Attached Storage (Nas), ubicati tra l'Europa e gli Stati Uniti, compromessi grazie ad una vulnerabilità del sistema operativo su essi installato. Gli accertamenti successivi, effettuati dal Cnaipic del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione con l'Fbi statunitense, hanno portato all'identificazione di sei italiani, resisi responsabili della compromissione di oltre 120mila dispositivi Nas, tramite i quali era stata creata una Botnet (rete formata da dispositivi informatici collegati ad Internet e infettati) dedicata alla realizzazione di frodi informatiche a danno di società operanti nel campo della pubblicità online.I ruoli all'interno del gruppo erano diversi: due fratelli romani di 30 anni, entrambi tecnici, collaboratori di un sito di scommesse online, hanno studiato lo schema attraverso il quale la frode si perfezionava. Gli altri consentivano la monetizzazione attraverso i propri codici fiscali, documentando falsamente l'avvenuta prestazione professionale, per importi sempre inferiori ai 5.000 euro, oltre i quali la normativa prevede il possesso di una partita Iva.
L'attività di stretta collaborazione tra gli uffici italiani e statunitensi ha permesso quindi di individuare il server che aveva ospitato i server di amministrazione (i cosiddetti Command & Control) di botnet Irc gestiti dal G.F., nonché le mail a lui intestate utilizzate per la commissione materiale dei reati come registrazione presso società fornitrici di servizi informatici, scambio di email con i siti fornitori di banner pubblicitari. E proprio l'attività svolta sul traffico presente sulle mail intestate a quest'ultimo ha fatto emergere gli elementi a carico degli altri indagati: comunicazioni, pagamenti e documentazione fiscale che certificavano le fatturazioni da parte delle aziende pubblicitarie frodate. Nei confronti di tutti, il sostituto procuratore Eugenio Albamonte della Procura della Repubblica di Roma, titolare delle indagini, ha emesso decreti di perquisizioni eseguiti a Roma e provincia, Reggio Calabria e Venezia con l'ausilio del personale dei Compartimenti di quei capoluoghi.
Uno dei due fratelli, la vera mente del gruppo, è stato arrestato ad Amsterdam, dove si trovava momentaneamente domiciliato.
Il Gazzettino