Un corvo contro la malata di osteoporosi: «Non è invalida, può camminare da sola»

Maria Turcato stesa a letto. Accanto a lei la badante (Photo Journalist)
TREVISO - Abbaia furiosamente un piccolo bastardino alla catena nel cortile arroventato dalla canicola. Quando apre la porta, Elena Preda, la badante romena di Maria Turcato,...

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TREVISO - Abbaia furiosamente un piccolo bastardino alla catena nel cortile arroventato dalla canicola. Quando apre la porta, Elena Preda, la badante romena di Maria Turcato, sorride e con un gesto della mano invita ad entrare: «Ecco, è lì distesa, venga, gliela presento».




Nella penombra della stanza Maria, un viso incorniciato da folti capelli bianchi e solcato dalle rughe del tempo, ma che racconta di bei lineamenti, cerca di capire il trambusto, estranei in casa, block notes per gli appunti, un fotografo, cellulari che squillano, un foglio che viene letto: "La signora Maria Jole Turcato nata a Vedelago il 24 ottobre 1930, abitante a Vedelago in via Postioma non è invalida e quando non sa di essere osservata, cammina; quando sa di essere vista, per le visite usa la sedia a rotelle e indossa il busto sopra ai vestiti; quando non è controllata, cammina normalmente, passeggia da sola, senza bisogno di sostegno": è la parte iniziale di una lettera anonima, una denuncia in piena regola che l’accusa di fingersi invalida per scroccare l’assegno di accompagnamento.



Attorno al letto su cui è distesa Maria, sedie a rotelle, stampelle, attrezzi ginnici per il mantenimento del tono muscolare, sul comodino scatole di medicinali, bicchieri; dall’atrio una poltroncina meccanica per salire e scendere le scale. Elena non perde tempo: si gira verso una cassettiera addossata alla parete, chiede un minuto di pazienza, sta cercando le carte che attestano l’invalidità.



«Eccole, sono qui»: sventaglia sul bordo del letto una ventina di buste gialle con timbri dell’Usl, carte timbrate, firme di commissioni, documenti, note e perizie, lastre radiologiche, diagnosi e terapie su carte e buste intestate alla clinica Villa Berica di Vicenza. Il verdetto dei medici, è inequivocabile: Maria è affetta da osteoporosi, la patologia degli anziani che trasforma le ossa in fragili cristalli. Ha diritto all’assegno di accompagnamento, poco meno di 450 euro al mese che lei gira alla badante aggiungendo altri 400 euro dai suoi risparmi per arrivare al compenso stabilito per Elena.



«È vero che Maria qualche volta fa pochi passi da sola - spiega Elena con il suo caratteristico accento dell’est - ma finisce tutto lì, non può muoversi perchè le sue vertebre non la sostengono: deve stare seduta o distesa, anche per andare al bagno deve essere accompagnata».



«Mi vede...», sussurra Maria mentre gli occhi le si arrossano di un dolore antico, quasi che quella lettera anonima, per quanto inaspettata, non sia stata esattamente un fulmine a ciel sereno, ma l’ennesimo capitolo di una storia di contrasti familiari che affondano la loro radice nel tempo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino