Giovanni è l'ultimo pescatore del lago: usa canne e mollica di pane

L'ultimo pescatore del lago di Cavazzo Carnico
CAVAZZO CARNICO (Udine) - Si chiama Giovanni Stefanutti, è di Alesso di Trasaghis e ha 73 anni anche se ne dimostra molti di meno: «Qui siamo sempre in...

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CAVAZZO CARNICO (Udine) - Si chiama Giovanni Stefanutti, è di Alesso di Trasaghis e ha 73 anni anche se ne dimostra molti di meno: «Qui siamo sempre in attività e ci teniamo in salute» dice con i piedi a mollo nell'acqua freschissima e limpida del lago di Cavazzo.


Giovanni è uno degli ultimi pescatori del lago. E nel lago ci pesca da quando aveva solo 8 anni. «Erano tempi tutti diversi: andavamo insieme, i ragazzini, a pescare con la lenza, sulle rive. Ci divertivamo e, allora, si poteva pescare anche la carpa. Oggi, invece, guai a prenderla: è previsto l'arresto da 2 mesi a 2 anni e una ammenda da 2mila a 12mila euro. Vede, guardi, nella licenza: le normative nuove sono entrate in vigore lo scorso anno e sono molto severe. Ma noi peschiamo per passione, rispettiamo l'ambiente, vogliamo bene al nostro lago».

Giovanni pesca con le esche vive che cattura dove l'acqua è bassa con una trappola che ha creato con le sue mani (nelle foto): è un grosso vaso di vetro che ha chiuso con una retina di metallo. Lo sistema sui sassi, appena sotto il pelo dell'acqua, assicurato da un pezzo di spago, a sua volta legato a un sasso piatto, perché la corrente non porti via il vaso. Poi si allontana per una decina di metri. E aspetta. 

«In questo modo i pesciolini che entrano nel vaso, attirati da un po' di mollica di pane, poi non riescono a uscire - spiega Giovanni -; sono pesciolini piccoli, che noi chiamiamo "paresie". Io ne tengo alcuni, solo quelli che mi servono per la pesca con la canna, senza mai esagerare».


Ma cosa si pesca nel lago di Cavazzo? «Una volta, pensi, c'era anche il persico reale, che oggi è rarissimo. I vecchi pescatori di un tempo avevano abbondanza in queste acque e certe famiglie vivevano proprio solo di pesca mettendo le reti fisse, reti che oggi non mette più nessuno. Adesso si pesca solo per passione e sono veramente in pochi a farlo. All'amo arrivano trote, persico, cavedani. Una volta mi è capitato di pescare una grossa trota: sarà stata almeno di 7 chili. Era così pesante che mi ha rotto il filo della lenza».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino