Padova. L'ultima campanella tra festa e proteste

Esame di maturità per 7.254 studenti tra meno di due settimane. Ieri davanti ai licei tende e striscioni contro il precariato e la meritocrazia

Studenti in gruppo per l'ultimo giorno di scuola
PADOVA - Ultima campanella dell'anno scolastico nelle scuole padovane, un suono che per i più apre ufficialmente l'estate mentre per alcuni significa che...

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PADOVA - Ultima campanella dell'anno scolastico nelle scuole padovane, un suono che per i più apre ufficialmente l'estate mentre per alcuni significa che l'esame di maturità è alle porte. La fine di quest'anno scolastico è stata inoltre accompagnata dalle proteste studentesche, che dai licei padovani hanno puntato il dito verso la «concezione meritocratica della scuola» e sono contrariati dalla tipologia dell'esame di maturità.


LE PROVE

Mentre i loro colleghi più giovani hanno festeggiato per la città l'inizio delle vacanze estive, per 7.254 studenti padovani di quinta superiore da ieri si è aperto il conto alla rovescia per la maturità 2023. Si parte il 21 giugno alle 8.30 con la prova scritta che segnerà l'inizio della prima maturità "post pandemia". Cadono infatti tutte le restrizioni che dal 2020 hanno contrassegnato la prova finale per il diploma e si torna alla modalità tradizionale: due prove scritte, la terza se prevista dall'indirizzo di studio, e il colloquio orale.
Come negli anni pre-pandemia gli studenti verranno valutati da una commissione mista, cioè composta da docenti interni ed esterni. A meno di due settimane dal via è quindi tutto pronto: sono già state nominate le 183 commissioni che valuteranno i candidati di 365 classi nelle 92 sedi d'esame della provincia, pur essendo il primo anno in cui si ritorna alla composizione mista della commissione, non ci sono stati problemi nel reperire i docenti che comporranno le commissioni.
«Il ritorno alla maturità tradizionale è stato gestito senza particolari problemi - spiega Sandra Biolo, segretaria generale Cisl scuola Veneto-. I nomi dei presidenti sono già stati pubblicati come quelli dei commissari esterni, non era affatto scontato riuscire a reperire il numero necessario di docenti senza difficoltà dopo tre anni di pandemia. Questo anche grazie ad alcuni ex docenti ed ex dirigenti, in pensione da meno di due anni, che si sono resi disponibili per il ruolo di presidenti di commissione, a dimostrazione di quanto i docenti tengano alla loro professione».


LE BATTAGLIE

Un ritorno alla normalità che però non cancella i grandi nodi del mondo scuola anche in Veneto, a partire dal precariato molto sentito dai docenti ma anche dagli studenti stessi, sempre più sfiduciati verso il loro futuro fuori dalle aule scolastiche. Ieri mattina all'ingresso di alcune scuole superiori gli studenti hanno organizzato una protesta verso le figure istituzionali del mondo scolastico, a partire dal Ministro all'Istruzione e al merito Valditara. «Studenti: precari di secondo nome» e «Ma quale merito? Parliamo di futuro», così recitano gli striscioni che sono stati affissi sui cancelli del Tito Livio, del Modigliani e del Cornaro.
Davanti all'ingresso dei licei padovani anche una tenda per richiamare alla protesta degli universitari davanti al Bo di maggio: «La tenda vuole essere un simbolo - afferma Sophie Volpato, rappresentante del Liceo Modigliani -. Testimonia quello che ci aspetta dopo la maturità ovvero l'incertezza sia nel mondo lavorativo sia all'università che, tra le altre cose, non ci permette nemmeno di avere un alloggio da fuori sede».


LE CRITICHE

La Rete degli studenti medi che ha organizzato la protesta in tutta la regione riporta il disagio sentito da tantissimi studenti dal post pandemia, mettendo in discussione anche il ritorno alla maturità "tradizionale", ritenuto troppo affrettato: «Ancora una volta il Ministero ha voluto fare una corsa per tornare alla maturità normale- spiega Marco Nimis coordinatore della Rete degli studenti medi -. Non siamo davvero tornati ad una maturità post covid, il percorso di tanti è stato segnato profondamente dalla pandemia e la disparità di preparazione tra le scuole è evidente. Serve aprire un ragionamento sull'eterogeneità dei programmi per livellare le differenze di preparazione tra gli studenti, e la commissione con gli esterni non va in questa direzione. Inoltre, lo spazio della soggettività dello studente è sempre più ridotto: anche quest'anno è stata tagliata la tesina, l'unico vero momento per lo studente di fare un punto personale sul suo percorso».


IL CASO


Sempre ieri mattina ci sono state accese polemiche all'istituto Scalcerle dove alcuni studenti hanno affisso dei cartelli contro il dirigente Giuseppe Sozzo, che ha vietato la festa di fine anno in campo da calcio, perché non si poteva garantire la sicurezza ed incolumità di tutti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino