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MESTRE - È una batosta da 82 milioni e mezzo di euro, solo per il Covid. Circa sessanta sono arrivati dalla Regione, ma oltre 23 milioni sono finiti nel disavanzo dell'Ulss 3 Serenissima che, nel 2021, ha complessivamente registrato una perdita secca che sfiora i 146 milioni di euro, perfino superiore ai 124 milioni di rosso del 2020, il primo anno della pandemia. Denaro che verrà ripianato sempre dalla Regione e che, va detto, è stato speso per difendere la salute di tutti. Ma, come per ogni azienda, quando si tratta di presentare i bilanci bisogna mettere tutto sul piatto: le entrate e, soprattutto, le uscite.
IL COVID
E le uscite per combattere la pandemia nell'anno in cui sono fortunatamente arrivati i vaccini sono state pari a 82.429.493 euro, di cui 5,2 milioni per l'acquisto di beni sanitari e 51 milioni per acquisto di servizi sanitari, nel cui interno vi sono 6,7 milioni spesi per il coinvolgnto nella campagna vaccinale dei medici di medicina generale e per l'attività delle Unità speciali di Continuità assistenziale, 6,4 milioni per l'attività di assistenza ospedaliera fornita dalle strutture private, oltre 14 milioni per collaborazioni e consulenze sanitarie per far fronte al fabbisogno di personale per fronteggiare l'emergenza sanitaria, la bellezza di 11,3 milioni per i costi di laboratorio analisi (cioè gli esami dei tamponi) rientranti nel contratto di project financing dell'ospedale dell'Angelo.
IL BILANCIO
Per l'Ulss 3 la perdita programmata dalla Regione Veneto doveva attestarsi sui 69 milioni di euro, ma le cose sono andate ben diversamente, con un disavanzo di 146 milioni. Togliendo i 69 ed anche i quasi 24 milioni dovuti alle spese Covid, il risultato è uno sforamento ulteriore di 53.173.833 euro che, nella Proposta di copertura della perdita del bilancio di esercizio 2021 inviata dall'Ulss 3 alla Regione viene spiegata con una serie di voci: dai 13,5 milioni di contributi regionali per investimenti non ancora arrivati (ma autorizzati, di cui 7,6 milioni per la ristrutturazione e l'adeguamento del Padiglione Gaggia) ai minori ricavi dai ticket rispetto al 2019 per 7,1 milioni, fino all'aumento dei costi per le manutenzioni ordinarie di 6,3 milioni. «Rispetto al 2019 questi costi sono cresciuti del 30 per cento, e del 12% sul 2020 - riprende Antoniol -. Quest'anno, con l'esplosione dei costi di materie prime ed energia e l'inflazione al 6,7% andrà ancora peggio, purtroppo». Tra le altri maggiori spese ci sono poi i 7 milioni per l'aumento di costo del personale, l'incremento degli accantonamenti di 12,5 milioni, un milione e 300 mila euro di Irap in più, la riduzione di proventi per oneri straordinari per altri 12,7 milioni, chiudendo con i 3,5 milioni di euro per la copertura delle cause abbandonate dalla compagnia assicurativa rumena City Insurance alla quale l'Ulss veneziana si era affidata una decina di anni fa. «Questa delibera di proposta di copertura è un atto dovuto in caso di disavanzo - riprende il direttore amministrativo -, da presentare alla Regione con le azioni di ripiano che l'Ulss 3 intende attuare». E nel documento si ribadisce ogni impegno improntato all'efficiente utilizzo di tutti i fattori produttivi e al rispetto dei vincoli di costo regionali, nel nome dell'appropriatezza di erogazione delle prestazioni, coniugando questo impegno con la ricerca delle migliori economie di scala in un quadro di generale sostenibilità economica. Questa la promessa, Covid permettendo.
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Il Gazzettino