Pozzo: «L'Udinese vuole l'Europa, sarebbe un miracolo arrivare secondi o terzi»

Giampaolo Pozzo
L'Udinese vive un momento magico, che ha risvegliato ambizioni europee, mai sopite nel Patron Gianpaolo Pozzo, intervenuto ai microfoni di Udinese Tv. «Mi hanno colpito...

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L'Udinese vive un momento magico, che ha risvegliato ambizioni europee, mai sopite nel Patron Gianpaolo Pozzo, intervenuto ai microfoni di Udinese Tv. «Mi hanno colpito in queste prime sette giornate di campionato la determinazione, la grinta, la voglia di fare risultato, cosa che, bisogna dire, è nella natura dei giocatori. In quest'ottica è determinante il lavoro dell'allenatore e dello staff».


Contro l'Inter per nove undicesimi c'era la squadra dello scorso anno. Cos'è cambiato rispetto alle scorse stagioni?
«È cambiato il modo di gestire gli allenamenti, la mentalità e anche la squadra, che per fortuna è stata ricettiva a tutti i messaggi inviati. Gran parte del merito, come sempre, è dell'allenatore, che può esprimere i concetti che ha in mente se ha grandi giocatori a disposizione. Il merito è di tutti, ma parte dal condottiero».


Un allenatore arrivato con l'etichetta della difesa a 4, ma che ha adattato le sue idee.
«Indubbiamente lo ha fatto, e anche in corsa fa sempre cambi corretti. Fin qui Sottil ha avuto ragione in tutto, e i risultati lo dimostrano. Abbiamo fiducia, ma non ci esaltiamo; sappiamo che il campionato italiano è complicato, con squadre molto attrezzate che appartengono a club metropolitani con bilanci ricchi e fuoriclasse in campo. Noi facciamo di necessità virtù, prendendo giocatori con potenzialità per farli crescere rapidamente per arrivare ai nostri obiettivi. Siamo ancora qui con la mia famiglia, con i figli che hanno ereditato la mia passione. La base è questa, oltre alla voglia di vincere e di tornare in Europa. In questi anni non ce l'abbiamo fatta non perché siamo dei sbadati, ma perché non è semplice per una provinciale scalare questa montagna».


Una provinciale che può permettersi il lusso di avere giocatori come Deulofeu, Pereyra, Becao.
«Le ambizioni sono quelle; non iniziamo il campionato con la programmazione di salvarci alle ultime giornate, ma con l'idea di arrivare in Europa. Almeno io ho sempre pensato così, ma la realtà è che la competizione è forte».


Deulofeu mostra grande abnegazione, sintomo di una squadra molto unita.
«È un giocatore che è stato in grandi club e ha anche avuto richieste importanti. Non ha mai fatto pressione per andare via e ha sempre continuato con grinta e passione. Come comportamento è un ragazzo esemplare».


Dopo le prime due giornate cosa ha pensato?
«A Milano ho visto un'ottima prestazione e non è andata bene anche per alcuni incidenti, come il rigore. Contro la Salernitana ho visto una prestazione confortante anche in 10 uomini. Siamo tra i primi e sarebbe una cosa miracolosa poter arrivare secondi o terzi, ma ci crediamo tutti. Tutta la società spera di raggiungere l'obiettivo europeo».


Gli arbitri nelle ultime giornate stanno adottando un metro inglese e in Udinese-Inter Valeri è stato molto bravo.
«Con lui in passato sono stato molto polemico sorride -. Nel tempo è maturato tantissimo e domenica ha fatto una conduzione di gara perfetta, permettendo lo sviluppo del gioco e di un bello spettacolo in campo.


L'Italia si può avvicinare al modello inglese.
«Spero che impareremo tante cose dall'Inghilterra, perché fino a pochi anni fa la Serie A era uno dei campionati più importanti e ora non lo è più, ma di questo passo torneremo a essere il campionato più bello del mondo».


Il messaggio ai tifosi?


«Non siamo scaramantici, giochiamo partita per partita e speriamo di andare in Europa. La squadra è attrezzata per farlo. Ci vorrà anche un pizzico di fortuna. Siamo una società ambiziosa e un popolo ambizioso, con il diritto di qualche soddisfazione importante».

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Il Gazzettino