La Vitrum lascia piazza Matteotti. Se ne va un pezzo storico di Udine

La Vitrum lascia piazza Matteotti. Se ne va un pezzo storico di Udine
UDINE Allo scoccare dal suo primo secolo di vita, La Vitrum trasloca. Con il prossimo mese di febbraio lascerà piazza Matteotti e si trasferirà in piazza XX...

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UDINE Allo scoccare dal suo primo secolo di vita, La Vitrum trasloca. Con il prossimo mese di febbraio lascerà piazza Matteotti e si trasferirà in piazza XX Settembre, all'imbocco di Corte Savorgnan. «Si tratta di scelta meditata - spiegano Igino Tosolini e Marco Degano, da dodici anni suoi proprietari. Cambiano i tempi e anche le richieste della clientela. Abbiamo assistito al crollo delle liste di nozze, a lungo risvolto importante di attività come la nostra. Rimangono casalinghi, oggettistica, nuovi accessori domestici, che la gente scopre magari seguendo le tante trasmissioni di arte culinaria propinate dalle televisioni. E poi esiste una ragione di funzionalità. Nella nuova sistemazione, infatti, saranno disponibili almeno 300 metri quadrati, contro gli attuali 250». 

Tosolini e Degano stanno in Vitrum, rispettivamente, dal 1988 e dal 1995, quindi conoscono bene la realtà della quale oggi sono protagonisti. Che, comunque, vanta una storia assai più lunga, essendo stata inaugurata il 2 gennaio 1919. La cosiddetta Grande Guerra era terminata da neanche un paio di mesi e bisognava ripartire dopo tutti quei disastri. Cosicchè Guido Giacomelli, in realtà di professione agricoltore, intuì che ci sarebbe stato bisogno di ricaricare di suppellettili e altro le tante abitazioni depredate dopo la rotta di Caporetto. Assieme a due soci, - i quali risulta vantassero buone relazioni in Boemia: terra famosa per le porcellane - si è avventurato nel commercio, aprendo un negozio in centro, a Udine, per offrire anche ceramiche, articoli casalinghi di uso comune, ferramenta, sanitari, perfino le vaschette utilizzate dai fotografi per sviluppare le loro pellicole. Insomma, un variegato campionario. Nel 1927 la svolta. Giacomelli cambia partner, scegliendo stranamente un sarto udinese, Massimiliano Martini, personaggio di particolare buongusto che, alla Vitrum, ha saputo garantire il suo personale tocco di classe. E il negozio diventa così un riferimento del settore per tante generazioni di friulani, proponendo una offerta di assoluta qualità e marchi pregiati. All'inizio degli anni Sessanta un nuovo capitolo, con l'avvento, in ditta, di Guido Savoia, marito di Anita Giacomelli, figlia di Guido. La Vitrum continua, così, la sua marcia trionfale, mantenendo sempre un alto indice di gradimento nei gusti della clientela, almeno fintanto che le inclementi leggi del mercato non si sono fatte sentire in modo sempre più insistente. È quindi toccato ad Alessandra Giacomelli, pronipote del fondatore, abbassare il sipario su ciò che la grande Vitrum era stata. Con il 2006 il dimezzamento dei locali occupati, la parte principale dei quali è diventata boutique dei marchi Della Valle (dal luglio di quest'anno passata invece al gruppo veneto Pavin). Tosolini e Degano utilizzano adesso lo spazio retrostante, quello che si apre verso la corte interna, caratterizzata dalla targa indicante come, al tempo, ivi sorgesse la Seconda cerchia delle mura cittadine, ribattezzata impropriamente anche Corte Giacomelli, famiglia a lungo proprietaria dell'intera area urbana circostante. Ma presto se ne andranno e piazza Matteotti (o San Giacomo, come piace chiamarla agli udinesi) perderà un'altro pezzo emporiale di valore. Così come sono via via spariti, nel tempo, i negozi di abbigliamento Giacomini, Baxiu e Ronchi, la rosticceria Merluzzi, Gattolin (confezionatore di pasta fresca), Alberghetti, altro specialista di casalinghi, la drogheria Scaini, Marussigh e Vendramini mercerie, la pellicceria Prevedello. 

La Vitrum comunque resiste, seppure defilata altrove, con il suo rinomato marchio storico, tenendo alto il vessillo di una Udine che c'era e c'è ancora. Per capirci, sull'esempio dell'antica cappelleria Zagolin di Mercatovecchio o dei magazzini Ai Combattenti di piazza XX Settembre. Dice il saggio che il tempo divora ogni cosa. Mamma mia com'è vero!

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Il Gazzettino