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PADOVA - Un gruppo di veterinari si mette a disposizione per curare gratis gli animali da compagnia dei profughi. E una scuola si mobilita per raccogliere articoli di prima necessità da spedire alle persone rimaste nei territori martoriati dal conflitto.
In città, dunque, continuano a moltiplicarsi le iniziative di solidarietà in favore dei cittadini ucraini, sia per quelli che riescono a varcare il confine e a trasferirsi nel nostro territorio, sia per coloro che invece rimangono nel Paese dilaniato dalle deflagrazioni.
LA CLINICA
Le drammatiche immagini di adulti e bambini terrorizzati in fuga dalla guerra con il gatto nel trasportino o il cane a guinzaglio, infatti, hanno toccato nel profondo Roberto Venturini, della Clinica Veterinaria Arcella che fa capo al gruppo Anicura.
Da 38 anni per professione cura gli animali da compagnia e quindi si è immedesimato nella situazione di quei proprietari, già martoriati da lutti e sofferenze, che rischiano di perdere pure l’amico a quattro zampe a cui sono affezionati.
COME FUNZIONA
«Da oggi - spiega - sul sito internet del clinica, che ha una sede a Padova in via Cardinal Callegari, e un’altra a Vicenza, gli ucraini che arrivano in Italia con un clic possono prenotare gratuitamente visite, interventi, terapie e assistenza per i loro animali da compagnia. Nel nostro centro siamo una settantina di professionisti pronti a metterci a disposizione. Inoltre abbiamo collocato un cartellone in sala d’attesa in cui chiediamo a privati, enti e associazioni la disponibilità ad accogliere temporaneamente cani e gatti delle persone che scappano dalla guerra e che non possono tenerli con loro nelle strutture di accoglienza. Chi avesse la possibilità di dare ospitalità a queste povere bestiole può contattarci ai numeri 049 600002, oppure 0444 305543».
LA SCUOLA
Oggi, invece, dalle 8 alle 15, l’Istituto superiore “Pietro Scalcerle” ha organizzato una raccolta di beni da recapitare poi alle popolazioni ucraine che si trovano nelle località al confine con la Polonia e con la Romania.
Come specifica una nota firmata dal dirigente scolastico Giuseppe Sozzo e dalla collaboratrice vicario Lucia Prendin, l’appello è finalizzato a recuperare medicine, presidi medici (per esempio barelle, kit chirurgici, bendaggi ed emostatici), attrezzature varie (sacchi a pelo, torce e materassini), alimenti (cracker, tè, caffè e prodotti a lunga conservazione), e articoli per l’igiene (pannolini, sapone, dentifricio, schiuma da barba).
A ricevere le consegne nell’auditorium del plesso, a cui si accede dal piazzale in via delle Cave 174, ci saranno alcuni studenti.
L’INIZIATIVA
«L’iniziativa - spiega Gaetano Grandi, uno dei membri del consiglio d’Istituto - è finalizzata non sono ad aiutare tante persone che si trovano in grande difficoltà, ma anche a sensibilizzare i nostri ragazzi: in totale sono 1.600, di cui 6 di origine ucraina. E fra loro ci sono tre ragazze che la settimana scorsa hanno visto partire per la guerra come volontari due genitori e un nonno. Una notizia che ha succitato grande commozione e che ha spinto i nostri studenti ad aderire in massa all’iniziativa odierna».
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Il Gazzettino