Il doppio filo che lega Venezia alla Russia: investimenti di magnati e il caso del Superjet in stallo a Tessera

Il doppio filo che lega Venezia alla Russia
VENEZIA - «Da Venezia una forte condanna all'attacco della Russia all'Ucraina e preoccupazione per le ricadute economiche sul nostro Paese per le ritorsioni che gli...

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VENEZIA - «Da Venezia una forte condanna all'attacco della Russia all'Ucraina e preoccupazione per le ricadute economiche sul nostro Paese per le ritorsioni che gli Stati occidentali vorranno fare alla Russia. Energia, turismo, esportazioni: il Governo deve seguire bene questo capitolo». È in queste poche righe il messaggio che il sindaco Luigi Brugnaro affida a Twitter sulla crisi tra Russia e Ucraina. Preoccupazione per la guerra, ma anche per le ricadute economiche sull'Italia delle sanzioni a Putin di Nato e Unione europea. Una posizione ben più cauta rispetto a quella, ad esempio, del collega milanese Giuseppe Sala, che non è stato leggero con il direttore d'orchestra russo Valery Gergiev («o condanna l'attacco russo o non dirigerà più alla Scala»), già direttore dell'orchestra della Fenice e di casa a Venezia, visto che ha ereditato il patrimonio immobiliare della ricca giapponese Yoko Nagae Ceschina, compreso il Caffè Quadri gestito dai fratelli Alajmo.


E del resto Venezia ha un rapporto particolare con la Russia, fatto di contatti e scambi culturali ed economici. Dal punto di vista commerciale, le importazioni nel 2019 (anno pre pandemia) valevano circa 100 milioni 700mila euro, a fronte di 73 milioni 437mila euro di esportazioni. Nel 2020 le importazioni sono scese a quasi 90 milioni, mentre l'export si è mantenuto sugli stessi livelli. A fare la parte del leone, i prodotti manifatturieri. Ma anche con l'Ucraina Venezia ha una bilancia commerciale importante, con importazioni per 76 milioni nel 2019 (26 nel 2020 e 96 nel 2018) ed esportazioni per 11 milioni e 60mila euro nel 2019 e 16 milioni e 60mila euro nel 2020, anche in questo caso con predominanza del manifatturiero. Va da sè che la guerra comporta ovviamente scenari foschi per l'economia. Soprattutto per i rapporti con l'asse Mosca-San Pietroburgo, storicamente collegato alla Serenissima.

 


IL SELFIE

Tralasciando il sogno di Brugnaro di qualche anno fa, un selfie con Trump e Putin, la laguna ha sempre esercitato un'attrazione particolare per i russi. Dagli yacht attraccati in riva Sette Martiri dei vari magnati (con immancabili ricadute sull'indotto), alla clientela del Casinò, fino all'interesse del patron del Chelsea Roman Abramovich per l'acquisizione di palazzo Da Mula a San Lio (poi acquistato dal veneziano Mevorach per essere venduto a un avvocato veronese), per finire con i progetti più concreti, come il maxi accordo bilaterale Italia-Russia sul Superjet International: risale al 1989 ed è scaduto lo scorso settembre, serve a garantire la produzione in Russia di moderni jet per passeggeri e merci, e in Italia alle ex Aeronavali di Tessera l'allestimento, il collaudo, la vendita e l'assistenza. L'accordo è scaduto e l'alternativa di una certificazione di produttori, che dovrà essere concessa da Enac, non ha fatto un solo passo avanti nonostante le sollecitazioni del sindaco e di parlamentari e le promesse del ministero degli Esteri: ora con la crisi scoppiata in Ucraina, la questione rischia di essere rinviata sine die, e a Tessera ci sono 400 lavoratori a rischio.

I LEGAMI

Cosa succederà ora, con gli scenari aperti, è tutto da decifrare. Quello che è certo è che i legami tra Venezia e la Russia sono solidi anche sul piano culturale, grazie al lavoro negli anni del console Eligio Paties, titolare dei Do Forni. A partire dal progetto per portare a San Marco il museo dell'Hermitage, fino agli scambi con il teatro Mariinskij di San Pietroburgo e con il carnevale di Venezia. E poi con la presenza alle Zattere dalla Vac Fondation, fondazione culturale ed artistica, nata a Mosca per volere di Leonid Mikhelson e Teresa Iarocci Mavica: lui imprenditore miliardario, presidente e principale azionista della società del gas Novatek, lei molisana di nascita e russa di adozione dal 2019, grande amante dell'arte e presidente del padiglione russo della Biennale nel 2019. Sul fronte diplomatico fece scalpore tra il 2005 e il 2011 il legame tra la città e Svetlana Madvedeva, moglie dell'ex presidente russo Dimitri Medvedev, accolta in città dai sindaci Massimo Cacciari e Giorgio Orsoni, con tanto di consegna di un diploma di riconoscimento a nome della città e la promessa di realizzare, in un palazzo veneziano, una casa della cultura russa.


 

 

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Il Gazzettino