Ucciso "Cioco", il cagnolino di un bambino orfano: è caccia al responsabile

Cioco, il cane ucciso a Breda di Piave
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BREDA DI PIAVE - Un foro su un fianco, la chiazza di sangue. Era ormai agonizzante Cioco, cagnolino di tre anni, quando il titolare di un vivaio di via Casoni a Saletto ha chiamato la proprietaria per avvisarla di aver trovato la bestiola. Ha provocato un’onda di indignazione ieri mattina, tra chi vive e lavora sull’argine del Piave, la morte dell’animale. Perché Cioco è stato ucciso, con ancora indosso pettorina e medaglietta. Apparteneva a un bambino di 11 anni di Candelù, che appena un mese fa ha perso il papà. Circostanza che ha ancor più impressionato e fatto arrabbiare coloro che si sono mobilitati per fare chiarezza sull’episodio.


IL DRAMMA
Intorno alle 9 la mamma del bambino, Sabrina Donatella Caputo, durante una passeggiata ha lasciato libero Cioco, che ne ha approfittato per un giretto nelle campagne. Un cagnolino docile, giocherellone, che non aveva mai infastidito nessuno. Ma qualcuno se l’è presa con lui: difficile pensare che quella ferita se la sia procurata da solo, anche se saranno gli accertamenti del Servizio veterinario dell’Usl ad appurare le cause della morte. Sabrina, allertata poco prima delle 10, è corsa sul posto con alcuni amici cacciatori, tutti concordi nel dire che quello poteva essere un foro di proiettile. Qualcuno ha anche ipotizzato che il cane fosse stato trafitto con un forcone. La carcassa dell’animale è stata coperta con un telo e sul posto sono arrivati carabinieri e agenti della polizia locale per i rilievi.


LO SFOGO


«È che è stata una cosa crudele –dice Sabrina–. Capisco che un cane possa dar fastidio, magari entra in una proprietà privata, ma se un animale ha addosso collare e medaglietta è sufficiente chiamare il proprietario. Non fai un gesto del genere». Sabrina non ha sospetti, anche perché il fatto non è avvenuto attorno a casa, ma in un’altra zona. «Non abbiamo mai avuto problemi, nessuna lamentela» aggiunge. Si punta ora a rintracciare il responsabile: «Quando lo vedrò in faccia, non so cosa gli dirò. Quello che è successo non è giusto, ho un bambino di 11 anni, il cane era suo, non so come dirgli che lo hanno ucciso» ha aggiunto ieri poco dopo il fattaccio. In zona qualcuno accenna ad altre sparizioni, di due cani e un gatto. Dagli esami sulla carcassa si comprenderà com’è morto il cagnolino. E se nel corpo c fosse un proiettile, recuperandolo si potrà cercare di risalire a chi l’ha esploso. C’è chi ha dei sospetti, ma non si sbilancia. Denis Davanzo, che lì ha un’officina, racconta che in quella zona i bambini vanno a passeggiare con i loro cani, li lasciano liberi di correre. E riferendosi all’uccisione di Cioco, parla di gesto infame: «Io sono un cacciatore, ma queste cose non si fanno. Uno deve pagare una cosa del genere, deve pagare salato».
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Il Gazzettino