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TREVISO - Il reflusso gastroesofageo non è stato assolutamente rilevante: il medico sorpreso alla guida con un tasso alcolemico di un grammo per litro di sangue (il doppio del limite massimo previsto per legge) la sera del 4 gennaio 2020, in pieno lockdown, è stato assolto perchè non punibile per la particolare “tenuità del fatto”. Lo specifica il presidente del tribunale Antonello Fabbro, spiegando esattamente come sono andate le cose e illustrando il disposto della sentenza emessa dal giudice.
LA SPIEGAZIONE
«L’applicazione dell’esimente della particolare tenuità del fatto - spiega Fabbro - presuppone che il giudice abbia ritenuto sussistente la responsabilità dell’imputato per il fatto ascrittogli, tant’è vero che, come correttamente precisato nel dispositivo, resta ferma l’applicazione delle sanzioni amministrative, quali per esempio il ritiro o la sospensione della patente.
LA VICENDA
La storia del medico, che ora lavora in Lombardia ma che all’epoca dei fatti contribuiva a fronteggiare l’emergenza Covid a Bergamo, parte con un controllo stradale era scattato la notte del 4 gennaio 2020, in pieno lockdown. Erano da poco passate le 3.30 del mattino. L’etilometro a cui era stato sottoposto il sanitario aveva rilevato un tasso alcolemico di 1 grammo per litro di sangue alla prima misurazione e di 0,88 alla seconda. Così era scattata la denuncia penale per guida in stato di ebbrezza, oltre alla sospensione della patente. Eppure l’automobilista giurava di non provenire da una notte brava. Il sospetto era corso subito all’acidità di stomaco di cui soffriva e che poteva aver interferito con l’esito dell’alcol test. Questa la tesi difensiva sostenuta in aula durante le varie udienze. Alla fine è arrivata la sentenza del giudice, che ha assolto il sanitario dal punto di vista penale per la “tenuità del fatto”. Non è stato invece per nulla tenuto in considerazione il problema dell’acidità di stomaco. E le sanzioni amministrative sono quindi state confermate. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino