Tassa di soggiorno, gli albergatori: con i soldi restauri alla vetrata del Vivarini

Tassa di soggiorno, gli albergatori: con i soldi restauri alla vetrata del Vivarini
VENEZIA - Fa discutere la provocazione degli albergatori veneziani sulla tassa di soggiorno, dopo le polemiche sull'utilizzo dei circa 24 milioni da parte del Comune. Claudio...

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VENEZIA - Fa discutere la provocazione degli albergatori veneziani sulla tassa di soggiorno, dopo le polemiche sull'utilizzo dei circa 24 milioni da parte del Comune. Claudio Scarpa, direttore dell'Associazione veneziana albergatori, lancia la proposta: "Prima di andare a caccia di sponsor, si usino i soldi della tassa per i restauri. Ad esempio per sistemare una delle più belle vetrate della città, quella realizzata dal Vivarini per la basilica di Santi Giiovanni e Paolo". Scarpa punta al “costo del personale del Cerimoniale”, voce che compare nell’elenco delle destinazioni e ha sollevato la contrarietà degli albergatori.




«Chiediamo che i 270mila euro provenienti dalla tassa e destinati al personale del Cerimoniale del Comune vengano invece utilizzati per restaurare i beni architettonici della città, a cominciare dalla bellissima vetrata del Vivarini, considerato che il suo degrado è inarrestabile e per salvarla occorrono oltre 300 mila euro».



L’opera su vetro del Vivarini, di cui l’ultimo restauro risale agli anni ’80, ha perso un altro tassello circa sei mesi fa e la sua rovina comporta una gravissima perdita per il patrimonio artistico veneziano.

I soldi per il recupero del grande “dipinto di luce” però, non ci sono: la Curia e la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia conoscono da anni il problema e il pericolo, tanto che circa quattro anni fa la parte più rovinata della vetrata è stata trasportata nel deposito della Soprintendenza, ma l’opera rimane in attesa di finanziamenti per restaurarla. Nel frattempo, la parte rimasta in chiesa continua a deteriorarsi, e ogni tanto cade a terra qualche frammento, come accaduto l’estate scorsa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino