Coldiretti: «3 milioni di tedeschi e 900mila austriaci possono arrivare attirati da spiagge, Garda, arte e mille agriturismi»

Mille agriturismi veneti pronti a catturare i turisti con il buon cibo e la natura, dice Coldiretti
VENEZIA - Possono tornare in Veneto circa 900mila austriaci che insieme ai tedeschi, con quasi tre milioni di ingressi, sono le nazionalità più presenti durante...

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VENEZIA - Possono tornare in Veneto circa 900mila austriaci che insieme ai tedeschi, con quasi tre milioni di ingressi, sono le nazionalità più presenti durante l’estate su territorio regionale. Lo sostiene Coldiretti Veneto in base ai dati dell’osservatorio turismo, relativo ai viaggiatori in transito nello stesso trimestre dell’anno scorso. Sono le spiagge, le località balnerari ad attrarre gli austriaci che non disdicono le sponde del lago di Garda e neppure i centri storici e le città d’arte. A livello nazionale i numeri parlano di 3,4 milioni i cittadini austriaci che hanno viaggiato durante l’estate in Italia, ai quali si aggiungono 7 milioni di tedeschi che rappresentano la comunità di turisti stranieri più numerosa nel Belpaese. L’azzeramento della spesa turistica ha avuto un impatto economico devastante che incide sul made in Italy, vero valore aggiungo della vacanza in Italia.


Nella regione dei primati con 18 denominazioni di origine protette (Dop), 18 indicazioni geografiche protette (Igp) innumerevoli specialità tradizionali garantite (Stg), cui si aggiungono 14 denominazioni di origine controllata e garantita (Docg), 28 denominazioni di origine controllata (Doc) e 10 indicazioni geografiche tipiche (Igt) che concorrono ad un fatturato del settore agroalimentare pari a 5,7 miliardi. Il cibo – continua la Coldiretti Veneto – è diventato uno dei motivi che fa la differenza per trascorrere un soggiorno in montagna, sui colli, al mare ma soprattutto in campagna dove oltre mille agriturismi veneti sono pronti ad accogliere famiglie italiane e non in strutture isolate con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto. Sono  – sottolinea la Coldiretti – i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Non è un caso che – conclude la Coldiretti - delle 43.399 denunce di infortunio da Covid-19 al lavoro registrate dall’Inail appena lo 0,06% riguarda l’agricoltura dove nelle 730mila imprese italiane non si è peraltro mai smesso di lavorare per garantire le forniture alimentari alla popolazione, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base delle denunce complessive di infortunio pervenute all’Inail tra fine febbraio e il 15 maggio 2020.​ Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino