L'appello del manager e scrittore tedesco: «Spiagge del Friuli più sicure della Germania»

La spiaggia di Lignano Sabbiadoro
«Il Friuli è molto più tedesco della Germania, a dispetto dei pregiudizi infondati e il luogo comune sugli italiani non attenti alle regole o altro. Qui mi...

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«Il Friuli è molto più tedesco della Germania, a dispetto dei pregiudizi infondati e il luogo comune sugli italiani non attenti alle regole o altro. Qui mi sento molto più sicuro anche rispetto al  Coronavirus, che in una qualsiasi grande città tedesca».

Questo l’appello lanciato agli stranieri, a connazionali tedeschi e austriaci, a non temere i Friuli e le sue spiagge, di Richard Weidenbach, tedesco di Monaco di Baviera, sessantenne, già manager responsabile del marketing e pubblicità per colossi come Siemens Bosch, consulente per importanti aziende come Nestlè. Un professionista che si è occupato di comunicazione per tutta la vita, appassionato frequentatore delle spiagge friulane.
«Abbiamo una casa a Lignano Pineta, la acquistò mio nonno negli anni Sessanta. Da piccolo trascorrevo le mie vacanze qui. Sono molto legato a questo luogo» spiega Weidenbach.
Forse per ciò gli è sembrato naturale ambientare nella cittadina balneare friulana il suo romanzo “Eichenbetts Ungemach” un poliziesco pubblicato a marzo che racconta le vicende di un poliziotto che per sei mesi viene trasferito sull’Adriatico per svolgere funzioni amministrative e assistere i turisti. La circostanza diventa l’occasione per raccontare dettagli, curiosità, anche per fornire piccoli suggerimenti “turistici” su Lignano. Subito dopo essere andato in pensione, Weidenbach ha iniziato a scrivere.
«Il libro sta piacendo agli amici italiani - racconta Weidenbach - così come ai tedeschi che si rivedono nella storia e nelle ambientazioni. Lignano e la Costa adriatica, in generale l’Italia, rappresentano da sempre l’ideale per i tedeschi. Culturalmente c’è l’influenza del Viaggio in Italia di Goethe, poi nel Dopoguerra tutti i tedeschi hanno compiuto i primi viaggi in Italia e nell’alto Adriatico. I racconti di mare, della cucina, il modo di vivere qui, sono impressi nell’immaginario tedesco e austriaco».
La pandemia Covid rischia secondo lei di modificare questa fascinazione?
«La fascinazione no, piuttosto negli ultimi anni il modo di fare le vacanze è profondamente cambiato. Non ci si sposta più per lunghi periodi, bensì nei fine settimana e più volte all’anno. Ma l’interesse per l’Italia permane, è la meta ideale e soprattutto vicino casa per noi».
Come guardate all’Italia dalla Germania, con paura?
«Non proprio paura, più che altro le persone hanno alcune riserve. Il caso di Bergamo è stato molto raccontato dai media, e ci ha spaventati. Purtroppo non si ha molta contezza della differenza geografica tra Piemonte, Lombardia, Friuli. Quello che dico sempre agli amici che continuano a chiamarmi per sapere come va qui in Italia, è che qui (parlo per il Friuli) siete stati così tanto traumatizzati, che ora siete il posto più sicuro che potrei immaginare. Sanificazione, distanza sociale, mascherine, siete più rigorosi e precisi di quanto si sia in Germania».
Il rischio di rimanere esclusi dai corridoi turistici, il pregiudizio culturale sugli italiani come poco rigorosi: da professionista della comunicazione, ha qualche suggerimento da darci?

«È molto difficile, ci sono due aspetti. Il primo è che fino al 15 giugno i tedeschi e gli austriaci non potevano muoversi e uscire dal Paese. Abbiamo una “Reisewarnung” un’allerta viaggi. Mia moglie ed io siamo venuti perché dovevamo controllare la casa di proprietà. Ma se rientrassimo dovremmo stare in quarantena. Spero che ora arrivino turisti da quelle aree; mi pare di vedere già adesso del movimento, vedo diversi tedeschi ma non ancora austriaci. I tedeschi non sopportano la chiusura, se li chiudi da qualche parte impazziscono. L’altro aspetto, è che forse l’Italia dovrebbe comunicare come punti di favore che qui non solo c’è il savoir faire, l’enogastronomia e servizi di alta qualità, ma soprattutto che c’è la sicurezza sanitaria, il rigore e l’attenzione. Sono rassicurazioni che possono dare un valore in più, perché l’impatto psicologico di Covid-19 è stato enorme. Dopodiché, io sono di parte, per me soprattutto Lignano Pineta e Riviera sono aree meravigliose e adatte a un turismo diverso». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino