Porto Tolle. Ex centrale di Polesine Camerini, una perizia stabilirà il destino della ciminiera alta 250 metri

L'altissima ciminiera dell'ex centrale Enel di Polesine Camerini in corso di smantellamento
PORTO TOLLE (ROVIGO) -  Nell’annus horribilis per la pesca del Delta (a causa del granchio blu), il turismo rimane una delle poche certezze su cui Porto Tolle...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PORTO TOLLE (ROVIGO) -  Nell’annus horribilis per la pesca del Delta (a causa del granchio blu), il turismo rimane una delle poche certezze su cui Porto Tolle può contare. Tra i sogni nel cassetto emerge senz’altro quello di vedere realizzato il parco turistico sportivo agroalimentare del Delta del Po, meglio noto come DeltaFarm: il villaggio turistico proposto da Figline Agriturismo spa del gruppo Human Company di Firenze che ha vinto il concorso di progetti Futur-e ideato da Enel per ridare nuova vita all’ex centrale di Polesine Camerini


LO SMANTELLAMENTO

«I lavori di smantellamento procedono, abbiamo in programma un incontro con il direttore Mario Raniolo a giorni – aggiorna il sindaco Roberto Pizzoli –. Avrebbero dovuto finire i lavori a ottobre, ma si sono presi fino a marzo anche per via del meteo e fare tutto nel miglior modo possibile». 
La fase chiamata “decomissioning”, ossia lo smantellamento dell’ex impianto termoelettrico più grande d’Italia, secondo in Europa, era iniziata a dicembre 2021 ed è proceduta speditamente anche grazie alle venti imprese coinvolte che nel giro di un paio di anni hanno trasformato il panorama di quel lembo di terra. Di quel che per anni è stata il “cuore industriale” del Polesine è rimasto solo il camino con i suoi solitari 250 metri che continuano a svettare come inconsapevole punto di riferimento tra terra e acqua. La struttura era stata realizzata tra gli anni ‘74-’75 con un diametro di 20 metri in cima e quattro canne fumarie all’interno, che servivano per espellere i gas combustibili nell’atmosfera, la ciminiera rimane tutt’ora la più alta struttura non metallica costruita in Italia e la seconda in altezza tra le torri artificiali dopo il trasmettitore di Caltanisetta
Il suo destino è ancora in bilico dato che l’azienda fiorentina non ha ancora deciso le sorti: tenerla in piedi magari trasformarla in qualcosa o smontarla pezzo a pezzo? «Stiamo aspettando l’esito di un sopralluogo tecnico da cui dipende la decisione definitiva – sottolinea Pizzoli –. Dopo gli studi effettuati, arriverà infatti una ditta specializzata in cemento armato per visionare i regimi tecnici e decidere il da farsi». 
Sarà l’ultimo atto prima della decisione definitiva che arriva dopo una serie di passaggi che a maggio 2022 avevano visto Human Company incaricare Renato Vitaliani, professore onorario, già ordinario, di Tecnica delle costruzioni della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova, per indagare sullo stato del camino così poi decidere cosa farne. 

VARIANTE URBANISTICA


Nel mentre prosegue parallelamente l’altro percorso relativo alla variante urbanistica (da industriale a turistica) necessaria per far partire la costruzione del villaggio vero e proprio. «Useremo l’articolo 7 della Legge regionale 11/2004 – dichiara il primo cittadino –. Abbiamo già avuto alcuni incontri, il proponente dovrà portare una serie di atti e adempimenti burocratici per arrivare all’adeguamento della strumentazione urbanistica. In questa fase si inserisce pure la procedura per le bonifiche e il contraddittorio con Arpav». Pizzoli non vuole sbilanciarsi sui tempi: «Seppur bravi per la variante ci vorrà almeno un anno, mentre tra le opere di bonifica e la costruzione vera e propria ne potrebbero passare un po’ di più». 

  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino