Acqua alta e virus, alberghi in crisi: -50%, campagna mondiale per salvare il turismo in laguna

Turisti a venezia
VENEZIA - Due mesi e mezzo a confronto e situazioni che stridono: rispetto al periodo novembre 2018-gennaio 2019, questi ultimi 90 giorni a cavallo fra 2019 e 2020 con...

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VENEZIA - Due mesi e mezzo a confronto e situazioni che stridono: rispetto al periodo novembre 2018-gennaio 2019, questi ultimi 90 giorni a cavallo fra 2019 e 2020 con l’acqua alta del 12 novembre che ha attanagliato Venezia fino a Natale, hanno significato un 50% in meno di fatturato per gli alberghi di Venezia. E con il Coronavirus che incombe, il futuro non può che avere tinte fosche. 


«Per aprile e maggio non si vedono cenni di ripresa. Tutta questa situazione si ripercuote poi sui lavoratori: anche i contratti stagionali dovranno slittare e non partire ad aprile - commenta Vittorio Bonacini, presidente di Ava, l’associazione veneziana albergatori - Se le cose dovessero continuare su questa china, non ci voglio nemmeno pensare a fine anno quale potrebbe essere il conto». Perdere di fatto la metà dei guadagni tre mesi, con le prenotazioni che mancano e le disdette che si accumulano complice anche l’emergenza sanitaria in corso, è l’ennesimo colpo per chi vive di turismo a Venezia. 
«Il ministero del turismo non ha fatto nulla per noi - prosegue Bonacini - non ha compiuto alcuno sforzo per riequilibrare la situazione turistica a Venezia. Lo stesso vale per chi doveva agire a livello istituzionale come l’Enit o la Regione. Il Comune sta cercando di fare qualcosa ma vista ma vista la ristrettezza dei budget ben poco possono fare». Per questo l’Ava ha deciso di giocare in proprio provando a scardinare il sistema che lega il crollo del turismo in centro con gli echi dell’acqua alta ancora in voga, così come le immagini diffuse nel mondo di una città ancora in ginocchio e in uno stato confusionale.
Eccola, quindi, la nuova tappa del progetto “Venezia oltre” pensato dall’Assoalbergatori per correggere l’immagine della città che viene data all’estero. Tra pochi giorni in città arriveranno, per un approfondimento, una quarantina di giornalisti che per alcuni giorni racconteranno Venezia per i quotidiani, le televisioni e i siti di informazione di tutto il mondo. 

Sbarcheranno in città l’Associated Press (che aveva pubblicato Venezia sulle colonne di New York Times, The Guardian, Ny Post), la Cbs, La Vanguardia, Washington Times, i giapponesi di Nhk, Die Welt, Radio France,  assieme alle principali agenzie di Marocco, Turchia, Antena 3 (Spagna),  Sydney Morning Herald, e i russi di Rossiyskaya Gazeta e Ria Novosti. «L’associazione - continua Bonacini - li ha invitati in città programmando per loro la visita ai luoghi simbolo di Venezia e di quei giorni di alta marea eccezionale, oltre a vari incontri con le istituzioni e i referenti di varie realtà cittadine che potranno spiegare cosa è accaduto e rispondere alle loro domande». Partendo dalla base, da ciò che per Venezia e i venziani sembra una cosa scontata: dare spiegazioni sulla vera altezza di una marea di 187 centimetri e chiarimenti sul “punto 0 mareografico” di Punta della Salute. L’obiettivo di Ava è tutelare il settore turistico alberghiero che a Venezia dà lavoro a più di 10 mila persone, che diventano 25 mila con l’indotto».

Il gruppo visiterà la città raccontandola attraverso un hashtag, accompagnato dai referenti delle istituzioni e di altre categorie come gli esercenti, le guide turistiche e i gondolieri che hanno dato la loro disponibilità a partecipare al progetto, superando il filtro dei social e delle fake news dei giorni dell’acqua alta e di quelli successivi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino