Vittorio Veneto. Papà Massimo Savioli portato via in pochi mesi dal tumore, aveva 45 anni

Vittorio Veneto. Papà Massimo Savioli portato via in pochi mesi dal tumore, aveva 45 anni
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VITTORIO VENETO (TREVISO) - Cordoglio in città per la morte del 45enne Massimo Savioli, papà e marito, alpino e grande appassionato di ciclismo. La notizia della sua morte ha lasciato increduli quanti lo conoscevano. E le comunità di Costa, in cui risiedeva con la moglie Giovanna e il figlio Davide, e quella di Serravalle, dove era cresciuto da giovane, ma anche la Val Lapisina, dove era attivo nel gruppo alpini, si stringono in queste ora alla famiglia del 45enne.

In tanti lo ricordano con stima ed affetto, per la sua grande volontà d'animo e per la disponibilità, per la gentilezza, per essere un amico leale, un collega competente e un alpino dai sani valori. «La tua voglia di vivere, la tua tenacia, ci ha insegnato che la vita è un dono ha voluto scrivere sull'epigrafe del 45enne la sua famiglia e a questo dono ti sei legato fino all'ultimo dei tuoi giorni, ma il Signore ti ha voluto con sé». Massimo si è spento in pochi mesi, vinto da un tumore che si era manifestato con dei lievi sintomi. A seguito di una serie di accertamenti era stata quindi emessa la diagnosi, una diagnosi alla quale non si era arreso, ma contro cui aveva iniziato a lottare con forza e determinazione, sorretto in questo dalla sua famiglia. Poi, però, il male ha avuto il sopravvento, fino al decesso. Savioli lavorava alla Tegola Canadese. Da sempre era iscritto alla sezione Ana di Vittorio Veneto. Inizialmente aveva fatto parte del gruppo Città, poi era passato al gruppo Val Lapisina di cui era consigliere in carica.


«Massimo era sempre pronto a rimboccarsi le maniche quando c'era qualcosa da fare ricorda Silvano De Nardi, presidente del quartiere della Val Lapisina e consigliere del gruppo alpini Val Lapisina -, era una persona che incarnava i valori alpini. Come gruppo ci stringiamo alla sua famiglia, in particolare alla moglie e al figlio». Oltre alle penne nere, la grande passione per il ciclismo: quando poteva inforcava la sua bici. Sull'epigrafe, oltre al cappello alpino, compare infatti anche la sagoma di un ciclista. Il 45enne lascia la moglie Giovanna, il figlio Davide, la mamma Iolanda - che a lungo ha gestito un bar nello stretto di Salsa - la sorella Sabrina con Flavio, i suoceri Beatrice ed Antonio, la cognata Martina, i nipoti Alain, Andrea e Lorenzo. Il funerale sarà celebrato giovedì alle 15 nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe, a Costa. Gli alpini saranno presenti per accompagnare Massimo in questo ultimo viaggio. Poi il feretro riposerà nel cimitero di Sant'Andrea. Per volontà della famiglia non fiori, ma eventuali offerte da devolvere alla Lilt di Vittorio Veneto. (c.b.) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino