Tuffi vietati nella cava Biasuzzi, assolti 3 ragazzi. Il giudice: "Fatto lieve"

L'ingresso della cava Biasuzzi a Paese
PAESE Tuffi proibiti e grigliata nella cava Bisuzzi, a Paese. Nei guai era finito un gruppo di 10 ragazzi, sorpresi in riva al laghetto artificiale il 23 luglio del 2017 e...

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PAESE Tuffi proibiti e grigliata nella cava Bisuzzi, a Paese. Nei guai era finito un gruppo di 10 ragazzi, sorpresi in riva al laghetto artificiale il 23 luglio del 2017 e denunciati dai proprietari per invasione di terreno. A sei anni dalla scampagnata abusiva, i tre di loro che si sono opposti al decreto penale di condanna sono stati assolti per la tenuità del fatto. Così ha stabilito ieri il giudice Umberto Donà, al termine del processo. Niente multa dunque per un 28enne marocchino residente a Montebelluna, un 26enne di San Vendemmiano e una 25enne di Galliera Veneta (Padova), difesi dagli avvocati Paolo Pastre, Alessandra Rech e Stefano Morbioli. Nel complesso, in tre avevano chiesto la messa alla prova (superata con successo). Dei rimanenti (di cui 4 minorenni, nei confronti dei quali aveva proceduto la Procura dei minori di Venezia) in tre avevano ricevuto un decreto penale di condanna di circa 1.800 euro. I giovanissimi sorpresi quel giorno in riva allo specchio d’acqua erano parecchi: almeno 15 gli identificati, secondo quanto ha riferito in aula un agente di polizia giudiziaria. Ma ce n’erano molti di più: alcuni sono riusciti a dileguarsi quando, alla vista dei carabinieri, era scattato il fuggi fuggi generale. 


IL FATTO

I fatti contestati risalgono al 23 luglio di sei anni fa. Per sfuggire alla calura, affascinati anche dal gusto del proibito visto che si trattava di proprietà privata, i giovani si erano introdotti nella cava Biasuzzi per una giornata in compagnia e per fare il bagno in quelle acque, tra l’altro molto pericolose perché, al di là della profondità che in alcuni punti può arrivare fino a 30 metri, hanno una temperatura molto bassa, che anche d’estate può scendere fino a 6/7 gradi a una profondità di appena 2 metri. Da mesi però la proprietà aveva ricevuto segnalazioni che durante il weekend la cava era diventata meta di pic-nic e tuffi non autorizzati. Motivo per cui la famiglia Biasuzzi, informata della presenza di un gruppo di giovani (tutti di età compresa tra i 20 e i 25 anni, a cui si aggiungevano i cinque minori di età compresa tra i 15 e i 17 anni), aveva deciso di allertare i carabinieri.


IL BLITZ 

Una volta giunti sul posto, i militari hanno trovato la compagnia intenta a rifocillarsi nelle acque della cava. I giovani sono stati identificati e, su iniziativa della famiglia Biasuzzi, denunciati a piede libero per la violazione dell’articolo 633 del codice penale. Proprio quello che gli ultimi governi hanno inasprito: prima attraverso il decreto “Sicurezza” di Matteo Salvini, poi con il decreto anti-rave voluto dal governo di Giorgia Meloni. L’intrusione alla cava è antecedente alla stretta quindi è stata giudicata in base alla norma precedente. L’indagine era stata veloce: la Procura ha emesso il decreto penale di condanna a carico dei giovani dando avvio al procedimento penale che ieri si è concluso anche per gli ultimi tre imputati, assolti per la tenuità del fatto.

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Il Gazzettino