Torna la tubercolosi nel Padovano: l'Ulss segnala 42 nuovi casi negli ultimi 14 mesi

TUBERCOLOSI - Sembrava debellata invece si registrano casi in aumento
PADOVA - La tubercolosi è ancora tra noi. Dal primo gennaio 2022 a metà marzo 2023 nella provincia di Padova sono stati diagnosticati 42 casi di malattia acuta....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PADOVA - La tubercolosi è ancora tra noi. Dal primo gennaio 2022 a metà marzo 2023 nella provincia di Padova sono stati diagnosticati 42 casi di malattia acuta. «La tubercolosi non è scomparsa per cui è necessario tenere alta l’attenzione - spiega il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6, Luca Sbrogiò -. Diciamo che per un 50 per cento i positivi si riscontrano tra i residenti e per l’altro 50 per cento si tratta di persone immigrate. Del resto è risaputo che in alcuni paesi come India, Cina e Africa c’è maggiore diffusione. In Italia l’incidenza è bassa, con circa 4mila nuovi casi ogni anno, anche se comunque è sotto stretta osservazione». La tubercolosi è una malattia infettiva causata dal Mycobacterium tuberculosis che rappresenta ancora oggi una delle 10 principali cause di morte nel mondo.


I DATI
All’interno del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica è presente il Dispensario Funzionale Tubercolare che si occupa della gestione coordinata e complessiva dei casi di malattia, della prevenzione e della sorveglianza epidemiologica della tubercolosi. Tale unità è composta da un team multi professionale, in particolare da medici specialisti (pneumologi, infettivologi e microbiologi) e assistenti sanitari del Sisp. 
Dal 2006 fino ad oggi sono stati presi in carico e seguiti dall’Ulss Euganea ben 1.270 malati di tubercolosi, di cui 42 nel 2022-2023. Si tratta soprattutto di persone provenienti da Paesi nei quali la malattia è più diffusa, come lo era da noi negli anni ‘50 del secolo scorso, sia di persone anziane che avevano contratto la patologia da giovani: in questi soggetti, la fragilità causata dall’immunodeficienza, comporta un nuovo palesarsi della tubercolosi in età matura. E’ attivo un “protocollo immigrati” che prevede lo screening per tubercolosi, allo scopo poi di dare specifici suggerimenti legati alla malattia. 

I SINTOMI
«Si tratta di una malattia che può colpire qualsiasi organo - afferma il dottor Sbrogiò - ma principalmente i polmoni e può manifestarsi con febbre, stanchezza, perdita di appetito, sudorazione notturna, tosse secca o con catarro. La trasmissione avviene per via aerea attraverso un contatto stretto e prolungato con le goccioline di saliva di una persona infetta, mentre non si trasmette attraverso gli indumenti, lenzuola, stretta di mano, o condividendo stoviglie».

Non tutte le persone che si infettano sviluppano la malattia: il sistema immunitario, infatti, può far fronte all’infezione e il batterio può rimanere quiescente. «L’infezione tubercolare può rimanere latente per diversi anni e la persona non è contagiosa - precisa Sbrogiò - ma lo può diventare con la riattivazione del batterio, in particolare durante la fase acuta della malattia». Sono disponibili due test per conoscere se una persona è entrata a contatto con il batterio della tubercolosi: Test Mantoux (cutaneo) e Test Quantiferon (prelievo di sangue). L’obiettivo delle Nazioni Unite è di porre fine alla tubercolosi entro il 2030.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino