Truffe su internet, impennata di denunce a ridosso del Natale: ecco tutti i metodi utilizzati

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PORDENONE - «Attenzione. Un dispositivo non riconosciuto risulta collegato al suo conto online. Se disconosce tale accesso segua la procedura al seguente link». E ancora: «Gentile cliente, stiamo provvedendo a sospendere le sue utenze postali per mancato aggiornamento. Onde evitare accedi a questo indirizzo». Sono alcuni dei tantissimi messaggi che, ogni giorno, compaiono sul telefono cellulare e sul computer di altrettanti utenti. Sono decine, soprattutto, i tentativi di assalto ai conti correnti bancari. Vere e proprie truffe informatiche che, molte volte, colgono impreparati i cittadini di Pordenone e del Friuli Occidentale. Anche quelli che si credono più esperti e che, ignari del pericolo, forniscono, senza quasi rendersene conto, le credenziali a chi, da lì a qualche ora, prosciugherà loro il conto.


COME FANNO


Basta una mail o una app e il gioco è (quasi) fatto. Quasi perché la truffa si perfeziona, nella stragrande maggioranza dei casi, se a dare il consenso è l’utente. Se ne inventano una più del diavolo i nuovi pirati informatici. Con la tecnologia sono in grado di attaccare non solo i conti correnti bancari, ma di commettere furti ai danni degli sportelli bancomat. A pagare il conto salato, alla fine, sono gli utenti. Gli stessi che, ormai da mesi, si stanno rivolgendo a carabinieri e polizia per denunciare episodi e movimenti strani nei loro conti correnti. Gli istituti di credito hanno alzato al massimo il livello di attenzione e stanno mandando, ormai quotidianamente, messaggi ai loro clienti. La parola d’ordine è una sola: prudenza e, nel dubbio, il consiglio resta sempre lo stesso: cestinare sms o email e contattare direttamente la banca. Le tipologie di truffa non si contano più. Tre le più comuni è quella di un malfattore che si spaccia per un operatore di un istituto di credito, che contatta un cliente con un numero verde. Dopo avergli scucito di bocca codice di accesso e pin della applicazione della banca, in un paio di giorni preleva dal conto cifre che, se sommate tra loro, fruttano anche migliaia di euro. Di fatto i soldi che ci sono nel conto. 


LA POSTA


Ci sono poi le email: paiono vere, inviate da un indirizzo di posta reale, ma di fatto sono fittizie e hanno un unico obiettivo: estorcere denaro al malcapitato utente. C’è solo un modo - l’avvertimento che si legge nel messaggio - per evitare che ciò accada: pagare un riscatto in bitcoin, utilizzando cioè una moneta virtuale che non può essere in alcun modo tracciata. Attenzione: risalire all’autore della truffa risulterà praticamente impossibile anche se oggi (più di prima) la tecnologia sta aiutando parecchio le forze dell’ordine nell’arrivare ad una conclusione positiva delle indagini. 

 

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Il Gazzettino