Nonna Meri beffa i truffatori, nominata poliziotto ad honorem. La sua storia finisce anche su Rai 1

La signora Nonnato, 73enne, ha ricevuto una telefonata, ha capito il tentato raggiro e così ha subito allertato la Polizia

La signora Meri Nonnato, 73enne, ha sventato il raggiro e allertato la Polizia
ROVIGO - «Mario Merola mi fa un baffo», ha detto con ironia raccontando davanti alle telecamere di Rai 1 la sua prova di recitazione nel fingersi disperata quando...

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ROVIGO - «Mario Merola mi fa un baffo», ha detto con ironia raccontando davanti alle telecamere di Rai 1 la sua prova di recitazione nel fingersi disperata quando ha ricevuto la telefonata di una truffatrice che, spacciandosi per un maresciallo dei Carabinieri, le ha raccontato la storiella trita e ritrita dell’incidente al figlio, che avendo investito ed ucciso una bambina era finito in carcere e sarebbe potuto uscire solo con una cauzione di 25mila euro in contanti o in controvalore in oro e gioielli. Ma la signora Meri Nonnato è stata molto più di un’attrice, dimostrando grande prontezza, astuzia e non poco coraggio: perché, tenendo in linea la truffatrice, ha telefonato alla polizia con il cellulare ed ha poi accettato, d’accordo con i poliziotti di fare da esca per la banda di truffatori, permettendone l’arresto. Ha, insomma, truffato i truffatori, mettendoli nel sacco. Per questo, ieri, il questore di Rovigo Giovanni Battista Scali la ha nominata “poliziotto ad honorem”.

LA VICENDA

La sua storia esemplare è finita alla ribalta televisiva, mercoledì mattina, quando nel corso della puntata di “Estate in diretta” un inviato della trasmissione condotta da Gianluca Semprini e Nunzia De Girolamo si è collegato da casa sua, alla presenza anche del commissario capo Andrea Ambrosino che guida la Mobile di Rovigo. E l’ardimentosa 73enne ha raccontato di quando sabato, mentre era in camera, ha ricevuto sul fisso la chiamata di una donna, con accento milanese, che si è qualificata come maresciallo e ha raccontato la storia dell’incidente. «I primi secondi pensavo uno scherzo, onestamente: lo dicono i giornali tutte le trasmissioni di stare attenti, poi ho capito che era una truffa e ho detto all’ipotetica carabiniera che mi sentivo male ed ero agitata e che dovevo andare in bagno. Ho lasciato il telefono aperto, ho chiuso le porte e sono andata in cucina e siccome le avevo detto che non aveva un cellulare e se l’è bevuta, ho chiamato immediatamente la Questura. Il 112 mi ha mandato dopo 5 minuti i superpoliziotti Morgan e Antonio, che mi hanno assistito per un’ora e mezzo. Io mi fingevo disperata, dicevo: “Voglio vedere mio figlio, sto male, sono anziana, fatemi sentire mio figlio”. E mi hanno fatto sentire anche un finto figlio che diceva: “Mamma aiutami”. E io ho risposto: “Non ti preoccupare, consegno tutti i soldi e tutto l’oro basta che vieni a casa”. La finta marescialla ha detto: “Devi consegnare una borsa”, io avevo detto erano tutti pezzi da 50 invece c’erano 800 euro e fogli di giornale e ho fatto anche finta di pesare dei gioielli. Lei mi ha detto che sarebbe venuto un carabiniere in borghese, Andrea Rossi, che non ci dovevo parlare, perché in realtà era polacco, ma solo consegnare la borsa».
 

ARRESTO IN FLAGRANZA

In una nota della Questura, si spiega come Meri Nonnato «ha colto immediatamente la natura truffaldina della richiesta e con il sostegno dei poliziotti della Squadra Mobile, i suoi “angeli”, è riuscita a fare arrestare in flagranza coloro che si sono presentati alla porta per appropriarsi del suo denaro e dei suoi gioielli. Da anni la Polizia di Stato, anche con il supporto dei mass media, ha avviato una intensa campagna informativa per contrastare e debellare l’odioso fenomeno criminale delle truffe agli anziani e, la storia a lieto fine della signora Meri è motivo di orgoglio perché dà speranza oltre a essere il manifesto della forza dell’informazione, panacea di tutte le tipologie truffe.
 

VARIE SEGNALAZIONE

Quel giorno, sabato 24 giugno, erano arrivate anche altre segnalazioni di tentate truffe, segno che era partita quella che si può definire una vera e propria “pesca a strascico”, ma per fortuna grazie alla signora Meri quella rete è stata bucata, e non ci sono state vittime tra i nostri anziani. Le chiamate al 113, sono state a loro volta fondamentali perché hanno generato allerta in tutti gli equipaggi, e consentito un immediato supporto alla s signora Meri nella sua coraggiosa azione. Tutta la Questura di Rovigo, complimentandosi con la signora Meri e stringendosi a lei in un caloroso abbraccio, invita tutti i cittadini che dovessero avere dubbi a contattare immediatamente le Forze dell’ordine».

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Il Gazzettino