«Per quella casa sulla Torre di Jesolo avevamo messo tutti i nostri risparmi»

Il racconto di una famiglia di Mestre che aveva versato 200mila euro. A giudizio imprenditore trevigiano e la moglie

Il progetto delle Torri
JESOLO - «Difficilmente riavremo i nostri soldi, però ora speriamo di avere un po' di giustizia». A parlare è la donna di Mestre coinvolta, con...

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JESOLO - «Difficilmente riavremo i nostri soldi, però ora speriamo di avere un po' di giustizia». A parlare è la donna di Mestre coinvolta, con l'anziano marito, nella vicenda delle torri fantasma, ovvero nella mancata realizzazione della Cross Lam Tower, la torre di legno che doveva sorgere alla spalle di piazza Trieste, progetto mai realizzato come quello della Greenery che doveva essere costruita dietro a piazza Drago.


Così la mestrina commenta il rinvio a giudizio per l'imprenditore trevigiano Fabio Bordin, la moglie Sonia Miatton e un agente immobiliare jesolano. Del resto la coppia, cullando il sogno della casa al mare, aveva versato oltre 200mila euro di acconti che, ora, spera possano essere restituiti. Con i progetti rimasti solo sulla carta e gli appartamenti mai realizzati la scelta, inevitabile, è stata quella di agire legalmente per cercare di tutelarsi.


«VOGLIAMO GIUSTIZIA»

«I nostri soldi li abbiamo versati continua la donna e da qualche parte devono essere finiti. Immaginiamo che sarà difficile riaverli per intero. Ora vediamo un po' di luce in fondo al tunnel, con il processo mi auguro che venga fatta giustizia». Sullo sfondo rimangono anni difficili, con una vicenda che ha avuto ripercussioni anche sulla salute delle persone coinvolte. «Personalmente sono molto stanca e provata da quanto accaduto prosegue la donna e lo stesso vale per mio marito. Andare avanti è difficile, ma lo dobbiamo fare. Questa vicenda ci ha segnati nel profondo, anche nella salute. Vale per noi, ma anche per le altre persone rimaste coinvolte. La nostra vita è stata completamente rovinata. Nel nostro caso abbiamo investito i risparmi di una vita, la nostra liquidazione. Tutto sembra essersi volatilizzato, i soldi sono spariti nel nulla. E, come a noi, questo è accaduto anche per gli altri acquirenti. Non si può giocare con la vita delle persone, per questo ora ci aspettiamo giustizia, ma soprattutto che simili episodi non accadano più. Non auguro a nessuno di provare quello che stiamo vivendo noi».


NO COMMENT

La prima udienza è stata fissata per il 14 giugno. Nessun commento, per il momento, dall'agente immobiliare jesolano. In ogni caso è stato fatto notare che lo stesso agente ha perso delle ingenti somme di denaro e che lo scorso autunno, per una querela dello stesso tipo presentata da un'altra cliente che voleva acquistare un appartamento nella stessa abitazione, un altro giudice aveva invece disposto l'archiviazione per la coppia e per lo stesso agente immobiliare, escludendo il reato di truffa.


Sullo sfondo rimane una vicenda che ha scosso molte famiglie e in un certo senso anche segnato l'edilizia jesolana. Ma con una novità. Nel lotto in cui doveva sorgere la torre in legno da qualche tempo sono iniziati i lavori e sono arrivati operai e ruspe. Ma con una precisazione: nulla a che vedere con il precedente progetto e con i precedenti investitori. Ad essere realizzato, da soggetti diversi, sarà un nuovo edificio che si svilupperà sempre in altezza con una decina di piani. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino