Truffa del Superbonus a Treviso, Consorzio Casa Zero: buco da 12,4 milioni

Truffa del Superbonus a Treviso, Consorzio Casa Zero: buco da 12,4 milioni
TREVISO - Un buco da 12,4 milioni di euro con 622 creditori presenti a battere cassa. Sono i primi numeri relativi all’udienza per la liquidazione giudiziale del Gruppo...

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TREVISO - Un buco da 12,4 milioni di euro con 622 creditori presenti a battere cassa. Sono i primi numeri relativi all’udienza per la liquidazione giudiziale del Gruppo Zero, azionista per quasi il 50% del Consorzio Casa Zero, realtà che si occupava di effettuare i lavori di ristrutturazione di abitazioni private garantendo i benefici del Superbonus 110%. Lavori che, però, o non sono stati effettuati o sono stati lasciati a metà, creando un effetto a catena che ha mandato in tilt la società di Nervea della Battaglia (e tutte quelle a lei collegate, ndr) e che ha lasciato centinaia di committenti con il cassetto fiscale svuotato e l’abitazione da ristrutturare ancora in alto mare. Con lo spettro che l’Agenzia delle Entrate, a conti fatti, finisca per chiedere a loro il mancato incasso da parte dello Stato. A scaglioni di 150 ogni ora e mezza, il giudice Bruno Casciarri ha ricevuto ieri mattina (e anche al pomeriggio) tutti coloro che hanno presentato l’insinuazione nello stato passivo. Presente anche il liquidatore giudiziale Danilo Porrazzo. Si tratta di ex dipendenti, fornitori e singoli cittadini che si erano affidati al Gruppo Zero. Come detto, chi si era affidato al Consorzio Casa Zero è stato escluso dalla richiesta di rientrare delle somme perse in quanto il soggetto destinatario della liquidazione giudiziale è diverso. Dei 18 milioni di euro di richieste di insinuazione, 5,6 sono stati infatti rigettati perché presentati contro il Consorzio. 

La manifestazione fuori dal tribunale


In occasione dell’udienza civile per la definizione dello stato passivo del Gruppo Zero, di fronte al palazzo di giustizia di via Verdi si è radunato un gruppo di “truffati”, circa una ventina, per chiedere «che venga disciplinata la tutela dei soggetti committenti dei lavori» e che le istituzioni diano delle risposte a chi si è affidato a Casa Zero «sia per poter sistemare il proprio cassetto fiscale sia per poter concludere i lavori nelle proprie abitazioni». «Il comitato si è riunito per difendere questo gruppo di cittadini - ha sottolineato l’avvocato Giovanni Bonotto - che sono vittime di un’enorme truffa creatasi tra il 2021 e il 2022. I contratti sono fatti firmare anche quando era evidente che la situazione era ormai irrecuperabile». «Purtroppo siamo sicuri che entro 8 anni l’Agenzia delle Entrate venga a bussare alle nostre porte - ha dichiarato uno degli appartenenti al comitato, Adriano Micoli - Abbiamo bisogno di una salvaguardia da parte del Governo che ci tuteli su questo fronte. Siamo bi-esodati: fermi con i lavori e fermi nell’accesso ai crediti». «Quest’inverno ho vissuto senza riscaldamento - rimarca Giorgio Bertoni - Se mi dicessero cosa posso o non posso fare eviterei di passare anche il prossimo in quelle condizioni». Tra i truffati c’è anche Gianni Cappellazzo, di Casier: «Oggi siamo qui per la dichiarazione di fallimento di un gruppo veneto. Non facciamo una bella figura nei confronti delle altre regioni. Quindi chiedo al presidente Luca Zaia, ma anche a Massimiliano Fedriga e Attilio Fontana, di portare le nostre istanze in sede parlamentare per sbloccare la situazione di tutti coloro che si trovano incatenati a questo disastro».

L'inchiesta

Nel frattempo l’inchiesta sul Consorzio Casa Zero va avanti, dopo la richiesta di proroga delle indagini da parte del sostituto procuratore Massimo De Bortoli. Al momento sul registro degli indagati sono state iscritte sei persone: si tratta di Alberto Botter, 38enne fondatore e amministratore di fatto del Consorzio Casa Zero (difeso dagli avvocato Simone Guglielmin e Alessandro Rampinelli), Fabio Casarin, 48enne milanese legale rappresentante di diritto della società (difeso dall’avvocato Massimiliano robba), e Massimiliano Mattiazzo, 55enne trevigiano, libero professionista, con il compito di asseveratore (difeso dall’avvocato Cristian Fornasier). A loro si sono aggiunti anche altri tre professionisti (due ingegneri e un consulente del lavoro): il direttore dei lavori Andrea Pillon, 52enne di Conegliano, dell’asseveratore Giorgio Feletto, 40enne anche lui di Conegliano, e di Daniela Pacelli, 55enne trevigiana.

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Il Gazzettino