Superbonus 110% e cantieri fantasma a Treviso: i clienti in coda per denunciare la truffa

TREVISO - Ieri, 3 agosto, solo al comando provinciale della Guardia di Finanza di Treviso e nell'arco della sola mattinata, sono arrivate 8 nuove denunce per truffa da parte...

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TREVISO - Ieri, 3 agosto, solo al comando provinciale della Guardia di Finanza di Treviso e nell'arco della sola mattinata, sono arrivate 8 nuove denunce per truffa da parte di clienti di Casa Zero srl, il consorzio finito nel mirino della Guardia di Finanza per il caso Superbonus 110% per l'edilizia. Il Consorzio è accusato di aver incassato la cessazione del credito da parte di 230 clienti, distribuiti tra Veneto, Friuli (in particolare nella provincia di Pordenone) e Lombardia, senza però aver mai fatto partire i cantieri. Gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno calcolato che Casa Zero avrebbe così incassato circa 24 milioni di euro. Al momento ne sarebbero stati recuperati solo 8,2 milioni, frutto del sequestro di un immobile e di quanto trovato nei cassetti fiscali della società e nei conti correnti. Tre gli indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato: il presidente di Casa Zero Alberto Botter, il legale rappresentante della società, Fabio Casarin, milanese, e l'ingegnere Massimiliano Mattiazzo, accusato di aver firmato attestati di corretta esecuzione dei lavori per cantieri, in realtà, mai partiti o appena abbozzati.


LE CONSEGUENZE


È così è iniziata la processione dei clienti del Consorizio convinti di essere stati truffati. Otto quelli andati direttamente dai Finanzieri, molti di più quelli che si sono rivolti ai propri avvocati. Nei prossimi giorni, dicono dal comando delle Fiamme Gialle, la marea di carte bollate è destinata ad aumentare. «Le denunce raccolte - spiegano i finanzieri - sono tutte dello stesso tenore: zero lavori eseguiti anche se nel cassetto fiscale di ognuno risultano fatture pagate e crediti ceduti». Il comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Francesco De Giacomo, sono due giorni che avvisa del pericolo che corre chi non denuncia la presenza di fatture per lavori mai eseguiti: «Il Superbonus viene concesso esclusivamente per lavori fatti. Se l'Agenzia delle Entrate dovesse fare un controllo scoprendo che le fatture emesse non corrispondono a interventi realizzati, chiederà la restituzione del contributo direttamente al cittadino. Meglio, quindi, controllare». Intanto la rabbia monta. I clienti furibondi stanno prendendo d'assalto i canali di comunicazione di Casa Zero. In tanti si lamentano di attendere da un anno l'avvio dei lavori, di non aver più visto e sentito nessuno dopo la stipula del contratto, altri ancora segnalano lavori solo iniziati. Nella massa spunta anche chi, invece, assicura di aver ricevuto un servizio efficiente. Il Consorzio però replica con un comunicato: «Il Consorzio Casa Zero ha gestito le agevolazioni Superbonus dei suoi clienti in modo legittimo, fornendo le prove sia documentali che testimoniali circa la correttezza dell'iter perseguito e l'avvio dei lavori in numerosi cantieri. La Società ha inoltre presentato all'Autorità Competente documentazione comprovante spese sostenute per oltre 35 milioni di euro per tutte le forniture, lavorazioni ed attività tecniche relative agli stessi cantieri, risultando così impensabile qualunque ipotesi di presunta truffa. L'indagine è basata su un fraintendimento giuridico della normativa che disciplina il Superbonus e la società si sta già predisponendo per rappresentare al Tribunale del Riesame di Treviso, giudice terzo ed imparziale, le proprie ragioni, confidando che un fraintendimento giuridico non possa assolutamente determinare il disastro finanziario di un'azienda sana e vitale che sino ad oggi ha regolarmente stipendiato più di centosessanta dipendenti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino