Mestre, risponde agli sms del "finto operatore" e le rubano 20mila euro dal conto. «Poste la deve rimborsare»

Mestre, risponde a un finto sms e le rubano 20mila euro dal conto. «Poste la deve rimborsare»
MESTRE - Le rubano 20.000 euro dal conto corrente postale ma questa volta Poste Italiane dovrà rimborsarle fino all'ultimo euro. Questo il verdetto...

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MESTRE - Le rubano 20.000 euro dal conto corrente postale ma questa volta Poste Italiane dovrà rimborsarle fino all'ultimo euro. Questo il verdetto dell'Arbitro bancario finanziario (Abf) disposto per quanto accaduto ad una cinquantenne correntista mestrina che si è vista prosciugare il proprio conto corrente con l'ormai consueto stratagemma del finto sms (o dei finti codici), e che a seguito del furto si è rivolta all'ufficio legale di Adico ottenendo la condanna di Poste Italiane per non avere garantito la sicurezza della propria cliente.

Risponde agli sms del "finto operatore" e le rubano 20mila euro dal conto

Da almeno due anni il trucco dell'sms inviato ai correntisti sta danneggiando migliaia di risparmiatori e fin qui tutti i sistemi di sicurezza degli istituti finanziari si sono rivelati del tutto inefficaci, al punto che la sola Adico ha seguito almeno 300 casi analoghi a quello capitato alla correntista mestrina che a inizio 2021 è stata contattata al proprio telefono cellulare da un sedicente operatore di Poste italiane a conoscenza del codice del conto corrente a lei intestato, il quale l'ha invitata ad effettuare una serie di operazioni che dovevano servire ad impedire il blocco dell'applicazione Banco Posta. Come avvenuto in altri casi simili, la correntista ha poi ricevuto via sms diversi codici da usare per evitare la procedura di blocco, apparsi all'interno della vera chat di Poste Italiane ed infine si è vista richiedere gli stessi codici dal truffatore che in questo modo, attraverso tre distinte operazioni verso ignoti, ha potuto prelevare 20.000 euro dal conto corrente della donna. Il ricorso all'Abf presentato dall'ufficio legale di Adico ha in seguito permesso alla correntista di recuperare interamente il maltolto.

Nella sentenza di condanna che ha intimato il rimborso a carico di Poste Italiane l'Arbitro bancario finanziario ha infatti stabilito che le Poste non avevano fornito alcuna prova della virtuosità dei propri sistemi di sicurezza, lasciando intendere una insufficiente protezione del proprio cliente. Se non si conosce la truffa, non si è in grado di percepirla quando la si subisce. spiega Carlo Garofolini, presidente dell'Adico - Non c'è colpa da parte delle persone truffate, le informazioni a disposizione del sedicente operatore sono così precise che non si può pensare a un raggiro e gli sms con i finti codici appaiono nella stessa chat contenente i reali messaggi delle Poste. E' chiaro che le responsabilità sono a capo di chi dovrebbe garantire la sicurezza del cliente. C'è un evidente falla nel sistema degli istituti, non solo delle Poste.

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Il Gazzettino