OCCHIOBELLO - Una giovane coppia, un’auto di lusso e un raggiro da quasi 40mila euro. Questa infatti è l’entità della somma che è stata...
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Tutto ruota attorno a una Porsche “997” Carrera turbo coupè con cambio “tiptronic” , un vero e proprio gioiello, apprezzato anche dai meno appassionati delle auto sportive, messo in vendita ad “appena” 35mila euro. Un affarone, hanno pensato in parecchi. E due persone hanno anche provveduto a pagare, chi tutta la cifra e chi una sostanziosa caparra. Per la stessa auto però. La Porsche in questione, infatti, è stata “venduta” a entrambi. Ma se tutto fosse finito qui, i due si sarebbero quanto meno potuti mettere d’accordo. Invece entrambi sono stati raggirati e nessuno dei due, un giovane di origini nordafricane gestore di un garage di auto di lusso in Francia, in un piccolo comune della Borgogna poco distante dalla Svizzera, e un imprenditore di Prato, a sua volta attivo nel settore della rivendita di auto di lusso in Toscana, l’ha mai avuta per sé. Perché alla fine la bella Carrera ha preso un’altra strada, scomparendo, con una pista che porta verso l’Est Europa, come risulterebbe da un atto di radiazione della targa. Così come, del resto, sono scomparsi anche i due sedicenti venditori. Ma veri truffatori, nonostante la giovane età.
Il raggiro, infatti, ha fruttato ai suoi due autori poco meno di 40mila euro, 38mila per la precisione. Tutto grazie a un “amo” lanciato nel mare della rete, utilizzando in modo truffaldino il noto sito di compravendita online “subito.it”. L’annuncio ha “pescato” i due ignari e incauti acquirenti. Ma il raggiro è stato compiuto ad arte. La coppia, che si trovava a Occhiobello, lei Veronica Gardellini, 26 anni, nata a Bentivoglio, all’epoca impiegata come commessa in un supermercato, lui, Federico Guida, 29 anni, nato a Medicina, aveva infatti anche inviato una copia dell’atto di proprietà della Porsche, realmente intestata alla ragazza, oltre a svariate foto.
Il cliente francese, che si è avvalso di un intermediario, ha provveduto a versare con un bonifico l’intera somma richiesta su un conto aperto alla filiale di Santa Maria Madddalena della Cassa di Risparmio di Ferrara, dal quale è però subito transitata su un conto estero. Il pratese, invece, si è limitato a un acconto di 3mila euro. Per entrambi, però, l’amara constatazione, arrivata poco dopo, di essere stati truffati. I fatti risalgono al gennaio 2014 e già l’anno dopo la Procura constatava l’irreperibilità dei due giovani, entrambi difesi d’ufficio dall’avvocato Eme Querenghi. Ieri per i due il giudice Mabel Manca ha pronunciato una sentenza di condanna: a 1 anno e 1 mese, sospeso con la condizionale, per la ragazza, a 1 anno e 5 mesi, senza sospensione per via di un precedente specifico, il ragazzo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino