Crac Nft, venduti all'asta otto dei bolidi sequestrati: mezzo milione di euro per le vittime. Ecco cosa rimane

Vendute all'asta le auto sequestrate a Simone Rizzato
TREVISO - Quasi mezzo milione di euro. È la somma che incasserà il tribunale dalla vendita all'asta di otto auto di lusso sequestrate a Simone Rizzato, uno dei...

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TREVISO - Quasi mezzo milione di euro. È la somma che incasserà il tribunale dalla vendita all'asta di otto auto di lusso sequestrate a Simone Rizzato, uno dei 38 indagati per la maxi truffa di Nft. L'asta giudiziaria, tenuta online dagli Istituti di vendite giudiziarie (Igv), si è conclusa ieri, 5 luglio. Il parco macchine, ora "smembrato" tra i migliori offerenti, era piuttosto vasto. Tra i gioiellini a quattro ruote figurano una Porsche 911 Turbo S (110mila euro), una Mercedes AMG GLE (99mila euro), oltre a un'Audi Q8 (82.500 euro), unica rimasta invenduta. Nei garage di Rizzato c'erano anche una Bmw X3 (40mila euro), una Alfa Romeo Stelvio (23mila euro), una Bmw X5 (56.400 euro), una Bmw serie 1 (24mila euro), una Mini Countryman Cooper (22mila euro), una Bmw serie 2 (27.700 euro). Le vetture che erano destinate al noleggio, secondo la Procura erano state acquistate usando i proventi dell'attività di mediazione finanziaria, incentrata sulle criptovalute, che prometteva agli investitori interessi da capogiro e che, invece, alla fine si è rivelata essere un raggiro.

RISARCIMENTI
La somma incassata dalla Procura sarà vincolata e servirà a risarcire, anche se in minima parte, gli eventuali truffati. Se, invece, le accuse dovessero cadere la somma sarà restituita nelle mani del proprietario delle auto. Non necessitano di vendita all'asta, invece, gli orologi e altri beni di lusso che la Finanza aveva sequestrato ad altri indagati perchè questi oggetti non vengono deprezzati con il trascorrere del tempo. Intanto, l'altro indagato Daniele Pianon, 40enne di Roncade, al quale sono stati sequestrati un vigneto, un immobile e 600mila euro, sarebbe a Dubai.

LE INDAGINI
Simone Rizzato è uno dei principali indagati insieme al fratello Mauro, considerato con Emanuele Giullini e Christian Visentin la mente della maxi truffa. La Procura della Repubblica di Treviso ipotizza un raggiro da oltre 200 milioni di euro a danno di una platea di 700 investitori. Ed è proprio la Procura ad avere deciso di velocizzare i tempi per la vendita all'asta di beni mobili, quali le auto, per evitare che si deprezzino considerevolmente, in attesa della conclusione delle indagini e di un eventuale processo.


Nel frattempo, l'inchiesta sulla società di Silea si sta allargando. Oltre ai 38 indagati, la Procura, con la Consob, sta puntando il dito contro gli agenti. Dopo la denuncia di una promotrice finanziaria 55enne di Pontedera, in provincia di Pisa, il cerchio si è allargato: nel mirino della Procura (ma anche della Consob per la revoca della licenza, ndr) è finito un 53enne miranese residente a Mestre che, oltre alla sua attività di consulente finanziario per un noto istituto di credito italiano, essendo abilitato per l'offerta fuori sede lavorava anche per la Nft attraverso una società di diritto rumeno. La denuncia a carico del 53enne è la seconda azione legale promossa dall'Afue, l'associazione vittime di truffe finanziarie presieduta da Daniele Pistolesi (con l'aiuto degli avvocati Enrico Conti e Michele Peretto), per l'ipotesi di reato di raccolta abusiva di denaro.

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Il Gazzettino