«Signora, le leggo la mano»: truffa del malocchio, nomade arrestata

truffa del malocchio, nomade arrestata
FIUME VENETO - Con la scusa di leggerle la mano ha inscenato la truffa del malocchio. Patricia Braidic, 39 anni, residente a Pasiano, è stata arrestato sabato scorso dai...

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FIUME VENETO - Con la scusa di leggerle la mano ha inscenato la truffa del malocchio. Patricia Braidic, 39 anni, residente a Pasiano, è stata arrestato sabato scorso dai carabinieri della stazione di Fiume Veneto per truffa aggravata continuata. Ieri mattina il gip Eugenio Pergola ha convalidato l'arresto e applicato alla Braidic la misura cautelare degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Anche il dispositivo al momento non è disponibile, la 39enne è stata ugualmente scarcerata.

Da quanto ricostruito dai militari dell'Arma, la vittima era stata avvicinata a inizio dicembre nel parcheggio del centro commerciale Gran Fiume: «Signora, le leggo la mano.... signora prego, la mano». Insisteva, ma la donna, una professionista di Fiume Veneto, non l'ha calcolata. Ai carabinieri di Fiume Veneto ha denunciato che poco più tardi si era accorta che le era sparito il portafoglio, in cui aveva denaro, documenti e un biglietto da visita con i propri riferimenti. Non è chiaro se il portafoglio sia stato smarrito o sia stato rubato. La vittima sostiene che dopo quell'episodio ha cominciato a ricevere telefonate da parte della sconosciuta che voleva leggerle la mano. Telefonate che la inquietavano, perchè la Braidic sosteneva che la donna aveva una maledizione e che avrebbe avuto conseguenze gravissime, che l'avrebbero portata alla morte.
Scombussolata dalle telefonate, la vittima ha versato 150 euro per liberarsi dal malocchio. Ma il versamento sarebbe stato soltanto l'inizio delle dazioni di denaro richieste dalla Braidic. «Vuole altri 500 euro», ha riferito la professionista ai carabinieri. A quel punto i militari hanno suggerito alla donna di accettare l'incontro. Anche loro sarebbero stati presenti, in modo da bloccare la Braidic nel momento in cui avrebbe incassato il denaro.
«La vicenda è tutta da chiarire - spiega l'avvocato Fabio Gasparini, che difende la 39enne di origine sinti - Non c'è la prova effettiva della consegna dei 500 euro da parte della vittima». Durante l'incontro, infatti, la donna era tesa e la Braidic ha intuito che poteva essere una trappola. Se n'è andata senza incassare il denaro. Ricontattata dalla vittima, le ha dato appuntamento a Pramaggiore, dove è stata poi arrestata per la truffa aggravata da immaginari pericoli prospettati alla professionista di Fiume Veneto. 

A coordinare l'attività dei militari dell'Arma è stato il sostituto procuratore Carmelo Barbaro. Ieri la 39enne di Pasiano ha reso spontanee dichiarazioni al giudice delle indagini preliminari. Secondo la difesa, da chiarire ci sono ancora molti aspetti, a cominciare dal furto non contestato nel capo di imputazione.
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Il Gazzettino