Treviso. Imprese di cartoleria «apri e chiudi», evasione fiscale da 1,3 milioni

Treviso. Imprese di cartoleria «apri e chiudi», evasione fiscale da 1,3 milioni
TREVISO - Scoperte quattro imprese "apri e chiudi" che hanno evaso imposte per 1,3 milioni di euro. La guardia di finanza provinciale di Treviso hanno concluso...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

TREVISO - Scoperte quattro imprese "apri e chiudi" che hanno evaso imposte per 1,3 milioni di euro. La guardia di finanza provinciale di Treviso hanno concluso un’operazione di polizia giudiziaria, ribattezzata “Bosco di carta”, individuando, in provincia di Treviso, quattro società cosiddette “apri e chiudi”, attive nel commercio all’ingrosso di articoli di cartoleria, che, dal 2016 al 2020, hanno omesso di dichiarare una base imponibile di 2,5 milioni di euro, per un’evasione di imposte, tra Irpef e Iva, pari a 1,3 milioni di euro.

I tre amministratori italiani delle imprese, che, oltre a svolgere attività cartotecniche, prestavano anche servizi di consulenza ed elaborazione grafica e pubblicitaria di immagini, sono stati segnalati alla locale Procura della Repubblica, a vario titolo, per i reati tributari di omessa e infedele dichiarazione. Le indagini dei finanzieri del Gruppo Treviso, nate dall’approfondimento di alcune segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio, da cui emergeva un anomalo e cospicuo ricorso a prelievi e versamenti di denaro contante, hanno permesso di accertare come le imprese, tutte amministrate da persone legate da vincoli di parentela, abbiano esercitato le loro attività economiche per un ristretto lasso temporale (circa 2 anni), succedendosi nel tempo e trasferendo dall’una all’altra il personale dipendente, i beni strumentali, i contratti d’appalto in corso di esecuzione e ogni altro rapporto commerciale con clienti e fornitori.

Si tratta di vere e proprie imprese “apri e chiudi” che, dopo essere divenute insolventi con l’amministrazione finanziaria, hanno “passato il testimone” alla successiva impresa costituita ad hoc, che ha continuato a operare sempre nello stesso luogo, con gli stessi clienti e fornitori, cambiando solo la denominazione e la partita iva. L’operazione della Guardia di Finanza di Treviso aveva lo scopo di colpire il comportamento di chi agisce nel mercato in modo sleale, a beneficio degli operatori economici onesti e rispettosi delle regole: il sistematico ricorso a imprese “di comodo”, costituite una dopo l’altra per favorire l’evasione fiscale, consente infatti di applicare prezzi altamente competitivi, in danno delle imprese che rispettano la legge, costrette a sostenere costi maggiori. 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino