Maxi truffa da 58 milioni: quattro condanne, sei anni ai Borgato padre e figlio

Maxi truffa da 58 milioni: quattro condanne, sei anni ai Borgato padre e figlio
PADOVA - Lo scandalo della maxi frode “carosello”, si è in parte conclusa con quattro condanne e una assoluzione. La Procura europea (Eppo) con sede a Venezia,...

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PADOVA - Lo scandalo della maxi frode “carosello”, si è in parte conclusa con quattro condanne e una assoluzione. La Procura europea (Eppo) con sede a Venezia, nella penultima udienza di febbraio davanti al Gup Laura Alcaro, in rito abbreviato, aveva chiesto per i cinque imputati e secondo l’accusa anche protagonisti della super truffa un totale di ventuno anni e 10 mesi. L’operazione a gennaio dell’anno scorso aveva portato al sequestro di oltre 58 milioni di euro a carico di una ventina di società e di quindici persone. Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza, sotto la super visione della procuratrice Donata Costa. 


IN AULA
La pm della Eppo (la procura europea da giugno 2021 si occupa dei reati economici con un interesse transnazionale) ha chiesto 6 anni e 7 mesi a testa per gli imprenditori padovani, François e Mattia Borgato, padre e figlio di 56 e 32 anni residenti nel Piovese. Quindi 2 anni e 2 mesi per Isabella Bianchin, 51 anni di Padova, contabile nella ditta Crown srl. Mentre per Luigi Falchi, 34 di Padova 3 anni e 4 mesi, e per Than Le Nguyen, 44 anni vietnamita domiciliato a San Giorgio delle Pertiche, 3 anni e 2 mesi. 
Ma il giudice per l’udienza preliminare ha condannato padre e figlio a 6 anni e 2 mesi ciascuno. La contabile Bianchin a 2 anni e 2 mesi come chiesto dalla pubblica accusa, mentre il cittadino vietnamita a 2 anni e 1 mese. Assoluzione da tutte le accuse invece per il padovano Luigi Falchi, difeso dall’avvocata Francesca Betto. Per tutti è caduta anche l’accusa di transnazionalità. 


LE INDAGINI
L’inchiesta è stata aperta dalla Guardia di Finanza di Bolzano che, a seguito di alcune verifiche fiscali avviate tra il 2017 e il 2019, svelò i presunti illeciti commessi da alcune società che commercializzavano materiale per stampanti e strumenti informatici in apparente evasione Iva. Il meccanismo contestato era il seguente: la merce, proveniente da Repubblica Ceca o Slovacca, veniva inizialmente ricevuta da società comunitarie che operavano in regime di sospensione Iva in quanto le cessioni erano dichiarate all’interno dell’ambito europeo. In un secondo momento intervenivano le cosiddette “cartiere”, società che omettevano la dichiarazione e il pagamento delle imposte. Infine la merce veniva “filtrata” da ulteriori società il cui ruolo era quello di piazzare la merce sul mercato, a prezzi concorrenziali in quanto non gravati dall’Iva. 


Dal 1 giugno 2021 è diventata operativa la Procura europea, competente per tutte le frodi comunitarie, e così il fascicolo è stato trasmesso alla sede di Venezia che ha individuato la provincia di Padova come sede della associazione per delinquere. Con quelle truffe i Borgato si erano costruiti un ricco patrimonio con tanto di una Ferrari California, una Bmw M4 e numerosi immobili (nove quelli sequestrati). L’attività di riciclaggio si era concretizzata in remunerativi investimenti nel settore turistico e immobiliare, in Italia e all’estero (Repubblica Ceca e Kenya), nel campo della ristorazione, e anche nell’acquisto di criptovalute come i bitcoin.
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Il Gazzettino