Belluno. La truffa del finto incidente e la richiesta di denaro: «Così mi sono salvata dal tranello»

È accaduto anche alla professoressa Emma Ricci. Solo all’ultimo la donna è riuscita a sventare il raggiro, rischiando però di essere scaraventata a terra dal truffatore in fuga

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BELLUNO - Le tipologie di truffe variano con diversi copioni, tra le più diffuse quella del finto avvocato o carabiniere che chiama la malcapitata vittima e racconta di fantomatico incidente, chiedendo i soldi per la cauzione del figlio o di un parente. È accaduto anche alla professoressa Emma Ricci, che abita in città. Solo all’ultimo la donna è riuscita a sventare il raggiro, rischiando però di essere scaraventata a terra dal truffatore in fuga.

«Mi raccomando non rispondete mai se vedete che è un numero privato» è questa la prima raccomandazione della professoressa Emma Ricci che è stata oggetto del subdolo raggiro lo scorso 21 febbraio nella sua casa di Belluno (in centro). «Io invece ho alzato la cornetta e ho detto: “pronto”. Dall’altra parte ho sentito: “Signora, sono il maresciallo dei carabinieri. Nome e cognome, ma non me li ricordo. È sola in casa?”». E la donna ha confermato.

La truffa del finto incidente

È lì che è iniziato tutto. «La voce dall’altra parte ha proseguito - racconta la professoressa -: “Si sieda, perché le devo dire una cosa molto grave. Suo figlio - mi pare abbia detto il nome di uno dei miei due figli (ma non ricordo bene) - ha avuto un incidente, ha colpito sulle strisce una signora che è gravissima, ricoverata in ospedale. E lei, signora, deve provvedere perché il ragazzo è disperato. Mi dà il suo cellulare così la faccio parlare con l’avvocato?”». E dopo due secondi suona il cellulare, ricorda la donna: «Sono l’avvocato tal dei tali. Nome e cognome». La donna racconta che il tono era serissimo e la proprietà di linguaggio poteva decisamente trarre in inganno. Emma Ricci prosegue: «E questo avvocato mi dice: “I parenti della vittima sono disponibili a ritirare qualsiasi querela in cambio di 6mila euro”. Io rispondo che 6mila euro posso anche trovarli, ma mi servono due, tre giorni. E la voce continua: “No, o subito o niente perché è in arrivo il giudice”. Io allora ho chiesto quale giudice e mi sono sentita rispondere nome e cognome». La donna ha ribadito che 6mila euro non ce li aveva, ma l’altro insisteva convincendola a prendere tutto quello che aveva: i gioielli, gli orologi e contanti.

«Volevo liberare un telefono per chiamare mia nuora - dice la professoressa -, ma avevo le linee impegnate. Allora ho preso tempo e gli ho detto: “datemi tempo che vado a vedere quello che ho”. Dopo poco ho riferito: “Ho trovato un 1500, 1800 euro, tutte da 100 e se vi basta”. Loro insistevano che ne volevano di più, perché stava arrivando il giudice. Alla fine mi hanno comunicato che stava per arrivare il figlio dell’avvocato sotto casa».

Il pericolo

Dopo due secondi suona il campanello di casa. La donna controlla chi è attraverso il video del citofono e vede un giovanotto sui vent’anni biondo e ricciolino. «A quel punto sono ritornata in me – ha raccontato la donna – e mi son detta: io questo in casa non lo faccio entrare. Afferro un sacchetto di carta, ripongo il denaro e i gioielli e dico: scendo io. Apro il portoncino con un pulsante, lo apro un pezzettino e mi ricordavo il nome dell’avvocato. E gli ho chiesto il cognome e i documenti. Questo mi guarda e risponde: mi chiamo Esposito. Allora dico: “No, non è il nome dell’avvocato. Allora non è il figlio dell’avvocato”. Sto per chiudere il portoncino, quando questo mi dà una spinta a me che stavo per cadere, mi strappa dalle mani questo sacchetto tanto che sono rimasti i due manici sulla mano». Poi il momento più pericoloso. «Il ragazzo a questo punto scappa all’esterno - il racconto della professoressa -. Poiché era metà mattina ho urlato, lui ha raggiunto il complice e hanno iniziato a correre, qualcuno ha cercato anche di inseguirli, ma poi si sono dileguati al Parco Città di Bologna». A quel punto la professoressa Ricci ha denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine e i carabinieri stanno indagando e parrebbe che le indagini siano arrivate a buon punto.

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Il Gazzettino