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TREVISO – Truffe sempre più sofisticate. E vittime sempre più alla mercé dei lestofanti. L’ultima frontiera dell’inganno è stata messa a segno in tutta Italia. Ma è arrivata anche nella Marca. E ha colpito tre vittime.
Sul cellulare della vittima arriva una telefonata e sul display compare il numero di telefono dei carabinieri della stazione trevigiana, oppure di un altro comando. Ma sempre di carabinieri. Insieme alla telefonata viene fatto presente al malcapitato di turno che c’è un attacco hacker in corso. Oppure che il figlio o la figlia hanno causato un incidente. Ne consegue la richiesta di informazioni sui conti correnti bancari dei poveri che si fidano, fanno quanto richiesto e quando scopriranno che al telefono non c’erano i carabinieri sarà troppo tardi. I conti correnti saranno stati prosciugati e sarà veramente difficile riuscire a mettere nuovamente le mani su quel tesoretto risparmiato con le economie di una vita.
LA TECNICA
La tecnica messa in campo dagli abili informatici ha un nome, si chiama “Spoofing” che, di fatto, significa falsificare l’identità, in questo caso del truffatore. A Treviso hanno colpito un paio di volte. In un caso hanno convinto un 60enne trevigiano, che aveva un conto alle Poste, a versare i 4mila euro depositati su un altro conto corrente. «È in corso un attacco hacker e i suoi soldi non sono al sicuro» hanno detto all’uomo, spacciandosi per un dipendente della Poste. «I carabinieri stanno indagando e sono qui, in sede, alle Poste.
I CONSIGLI
I militari dell’Arma invitano gli utenti a non fornire dati a sconosciuti e a non farsi convincere a dare soldi o a dirottare i propri averi su conti correnti sconosciuti. In caso di dubbi o sospetti è sempre meglio mettersi in contatto con il 112, chiedendo all’interlocutore di attendere.
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