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MONTEGROTTO (PADOVA) - Tentano di truffare il padre del sindaco Riccardo Mortandello, ma il raggiro telefonico viene sventato proprio dal figlio che subito dopo segnala il fatto ai carabinieri. L'episodio risale all'altro ieri, verso mezzogiorno, mentre Mortandello si trovava a casa del padre Bruno.
IL RACCONTO
«Quando è squillato il telefono, papà è andato a rispondere - racconta - ma la comunicazione era molto disturbata e lui mi ha passato l'apparecchio. La voce dell'uomo che chiamava andava e veniva e in sottofondo si sentivano il pianto e i lamenti di una donna. Si è qualificato come un medico e mi ha detto, scambiandomi per mio padre, che sua figlia aveva avuto un grave incidente. Dal momento che non ho una sorella, era chiaro che si trattava di un imbroglio. La donna che piangeva era di sicuro una complice». Mortandello decide però di stare al gioco e fingendosi molto preoccupato chiede al "dottore" le sue generalità. A quel punto, la telefonata si interrompe. «Evidentemente chi chiamava ha capito che non c'ero cascato». Se il truffatore avesse avuto maggior fortuna e trovato una vittima che aveva effettivamente una figlia, sarebbe scattata la seconda parte del piano: le avrebbe detto che necessitava di un farmaco molto costoso e che di lì a qualche minuto sarebbe passato un suo collaboratore a ritirare la somma per acquistarlo.
LA DENUNCIA
«Ho informato i carabinieri di quanto era accaduto e contattato anche il gruppo locale di controllo di vicinato». Mortandello ha poi postato sul proprio profilo Facebook un messaggio di allerta, invitando tutti i cittadini a segnalare alle forze dell'ordine eventuali altri episodi del genere. Fatti simili sono sempre più frequenti. L'ultimo risale a gennaio, quando i militari dell'Arma bloccarono nelle vicinanze della stazione di Montegrotto un 27enne e un 19enne, entrambi residenti a Napoli, in procinto di salire su un treno dopo avere raggirato un'anziana di Monselice facendosi consegnare 2.750 euro in contanti e la fede nuziale. Avevano recitato proprio la sceneggiata del falso carabiniere, comunicandole l'arresto della figlia per aver causato un incidente stradale. La donna era caduta nella trappola ma poco dopo, accertatasi che la figlia non aveva provocato alcun sinistro, si era precipitata in caserma fornendo un'accurata descrizione del complice del "maresciallo" al telefono, andato a ritirare il contante e il gioiello. Subito erano scattate le ricerche a tappeto che avevano consentito in breve tempo l'individuazione e l'arresto dei due malviventi e il recupero della refurtiva.
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