«Siamo i carabinieri, suo figlio ha causato un incidente, servono 7.000 euro», anziano sventa la truffa

Un 88enne di Rovigo è sfuggito alla classica truffa del falso incidente.
ROVIGO - «Buongiorno, siamo i carabinieri. La informiamo che suo figlio ha avuto un incidente. Era al volante col telefonino e ha centrato un’altra vettura: lui non si...

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ROVIGO - «Buongiorno, siamo i carabinieri. La informiamo che suo figlio ha avuto un incidente. Era al volante col telefonino e ha centrato un’altra vettura: lui non si è fatto niente ma l’altro è grave all’ospedale». 


A R. 88 anni, di Rovigo, mercoledì, è crollato il mondo addosso. Tremante, si è attaccato alla cornetta, ha invocato altri dettagli. «Guardi - gli ha detto il “carabiniere” - suo figlio è trattenuto in caserma, rischia il carcere». Poi, dopo una pausa: «Però il ferito ci ha detto che è disposto a ritirare la querela se gli liquida i danni. Sono 7.000 euro, verrebbe subito da lei un incaricato. Oltre al fisso ha un cellulare? La faccio parlare con l’avvocato dell’altro guidatore, mi dia il numero». L’anziano ha dato il numero dell’apparecchio della moglie; ha chiamato una seconda persona, il falso avvocato, che ha ripetuto la situazione e rifatto la proposta: «Ma decida subito».

IL DUBBIO 

A questo punto, pur nella confusione, a R. è venuto qualche dubbio. Suo figlio in questi giorni è in vacanza a Piombino: come mai chiamavano i militari di Rovigo? Come mai s’intromettevano nella transazione e anzi parevano raccomandarla? E soprattutto, perché tutta quell’urgenza? 
Ma erano poi davvero i carabinieri della città? Ha provato a contattarli col telefonino (mentre il fisso era sempre impegnato dal primo). Risposta raggelante: “Pronto, carabinieri”. Per R. stava veramente diventando tutto buio, ma un ultimo lumicino l’ha salvato. «Fatemi parlare con mio figlio». «Non è possibile». «Sentite, quando ho sbagliato ho sempre pagato; a me basta sapere che sta bene, sistemate la faccenda con lui». «Ma è sicuro? - ha replicato da manigoldo patentato il falso avvocato - guardi che se ne pentirà».
Comunicazione chiusa.

LA TRAPPOLA 

«A questo punto, con gli apparecchi liberi - continua il racconto R. - con mia moglie abbiamo chiamato mio figlio. È caduto dalle nuvole, nessun incidente, era in spiaggia a prendere il sole. Ci ha fatto i complimenti perché non siamo caduti nella trappola». Una trappola ben congegnata: i due truffatori, monopolizzando entrambi i telefoni di R., hanno impedito eventuali verifiche. E quando l’88enne ha creduto di chiamare l’Arma di Rovigo, in realtà erano sempre loro: avevano solo finto di interrompere la linea.
Qual è stata la cosa che l’insospettita? «La richiesta di contanti e la fretta».


Vuole dare un consiglio a chi si trovasse in mezzo a un guazzabuglio del genere? «Di cercare - conclude R. - anche se si è travolti dall’angoscia, di ragionare e di rivolgersi alle forze dell’ordine». R. ha poi riferito tutto ai carabinieri (quelli veri), che stanno indagando.
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Il Gazzettino