Energia e detrazioni illecite a Conegliano, tra le 32 persone indagate anche un commercialista

Energia e detrazioni illecite a Conegliano, tra le 32 persone indagate anche un commercialista (foto Unsplash)
CONEGLIANO (TREVISO) - Trentadue indagati, 5 di questi sono i responsabili delle due società fallite nel 2020, Energia Italia srl e l’affiliata Energia e Servizi srl,...

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CONEGLIANO (TREVISO) - Trentadue indagati, 5 di questi sono i responsabili delle due società fallite nel 2020, Energia Italia srl e l’affiliata Energia e Servizi srl, con sede a Conegliano. Gli altri sono i promotori o procacciatori di affari sparsi tra le province di Venezia, Treviso, Pordenone, Udine, ma ci sono anche Ravenna, Fiume Veneto e Cremona. Indagati, a vario titolo, per reati tributari, societari, truffa, riciclaggio, peculato e bancarotta fraudolenta. I clienti delle due società sono stati segnalati a 116 Reparti della Guardia di Finanza in tutta Italia, per i riscontri sulle detrazioni operate nelle dichiarazioni dei redditi presentate. Tra gli indagati figura anche un noto commercialista trevigiano, oltre al fondatore delle società, residente in provincia di Venezia.


I FATTI
A scoperchiare la “pentola”, i finanzieri della compagnia di Conegliano, nell’ambito di un’indagine nei confronti delle società, fallite nel 2020, attive nel settore dell’efficientamento energetico. Ed è venuto alla luce un meccanismo che ha truffato i clienti ma anche due intermediari di credito a livello nazionale. In particolare, le due società hanno offerto a oltre 750 clienti un pacchetto di investimento comprensivo della vendita di apparecchi quali caldaie, condizionatori, inverter di valore minimo e forniture pluriennali di energia elettrica e gas, costituenti la maggior parte, se non la quasi totalità, dei pacchetti di investimento. 


LA PUBBLICITA’
Ad attirare i compratori l’apparente solidità societaria, pubblicizzata con l’esposizione di un capitale sociale fittizio, l’estrema convenienza economica degli investimenti e l’idea che per dieci anni non avrebbero pagato le bollette potendo, inoltre, contare sulla detraibilità dell’investimento, compresa la quota dell’energia che invece non è detraibile. Infatti, in fase di fatturazione, le società hanno indicato l’intero importo degli investimenti sotto la voce della vendita di apparecchi di efficientamento, in cui era dissimulato anche il valore, di gran lunga preponderante, delle forniture pluriennali di energia elettrica o di gas, con riguardo alle quali non vi era alcun riferimento in fattura. In tal modo, le due società hanno dato la possibilità ai clienti di fruire delle detrazioni in dichiarazione dei redditi, previste dalla legge, su un importo complessivo di oltre 4 milioni di euro, in realtà non spettanti. Inoltre, in molti casi, i clienti, su proposta delle società, hanno sostenuto gli ingenti investimenti ricorrendo ai finanziamenti finalizzati concessi da due intermediari finanziari convenzionati che, sulla base della documentazione predisposta dalle due società, hanno finanziato l’intero investimento. Così, anche le società di investimento venivano truffate.


I LAVORATORI IRREGOLARI


Inoltre, le due società hanno impiegato in maniera irregolare oltre 100 lavoratori (5 in nero, gli altri con rimborsi non documentati), occultato al fisco una base imponibile per oltre 13 milioni di euro, hanno omesso di dichiarare e versare l’Iva e ritenute per oltre 5 milioni di euro e di versare all’Erario il canone Rai anticipato dai clienti, per oltre 103mila euro. Infine, le due società hanno distratto gran parte del denaro incassato in anticipo dai clienti e dalle finanziarie e, per tale motivo, sono andate in bancarotta e non hanno più erogato le forniture pluriennali di energia. I clienti, pertanto, dopo una prima fase in cui hanno ricevuto le bollette a zero, sono passati al regime di maggior tutela e hanno cominciato a ricevere bollette indicanti gli importi delle forniture da pagare, patendo un ingiusto danno economico, cui hanno fatto seguito diverse querele per truffa. Una delle due società, tra l’altro, aveva anche tentato di accedere, senza successo, a finanziamenti con garanzia pubblica per un importo superiore a 4 milioni di euro, indicando nella richiesta dati non veritieri. È stata pertanto denunciata per tentata truffa.

 

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Il Gazzettino