«Le telefono dalla sua banca»: era una truffa, perde 900 euro. Non sarà risarcita

«Le telefono dalla sua banca»: era una truffa, perde 900 euro. Non sarà risarcita
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MOTTA DI LIVENZA - Le spilla 890 euro dal conto online spacciandosi al telefono per un addetto del suo istituto di credito. E non sarà risarcita. La disavventura è accaduta a E.D., 50enne di Motta. Immediata la denuncia ai carabinieri. I quali sono risaliti al conto estero nel quale è finito il denaro che difficilmente sarà restituito.

La signora riceve un sms verso le 13.15 di sabato 2 maggio nel quale si segnala un bonifico teoricamente da lei eseguito. In allegato c’è un link per eventuali segnalazioni. La malcapitata risponde di non aver bonificato nulla. Nel giro di pochi minuti riceve una telefonata. Prima anomalia: sullo schermo del suo cellulare compare proprio il numero dell’istituto bancario di riferimento. Si fida e risponde. Il sedicente incaricato, voce maschile sui 35/40 anni, accento del centro Italia, garantisce il controllo. E le segnala che - seconda anomalia – avrebbe dovuto accedere nel suo conto attraverso l’app scaricata nel suo smartphone. Mentre il truffatore entra in azione, la figlia 20enne controlla il numero della banca, che corrisponde, ed entra nella app. Dall’altra parte del telefono: «Per favore, non entri nell’applicazione, altrimenti non riusciamo ad eseguire i controlli. Al termine l’operatore - terza anomalia – snocciola i primi numeri sia della carta ricaricabile che del bancomat di proprietà della vittima: «Signora per favore continui lei così ne verifichiamo la correttezza». Fidandosi di parlare proprio con la sua banca – visto la quantità di informazioni a conoscenza dell’interlocutore – la signora prosegue. Nel frattempo via messaggio riceve diverse password e altri sms. «Bene, ho concluso» dice il truffatore dopo una ventina di minuti. «Tra un quarto d’ora la richiamo per confermare la procedura».

La mottense ieri ha raccontato: «Ho atteso una mezz’ora buona. Non si è fatto vivo nessuno pertanto ho chiamato il numero verde della banca. E ho saputo di essere stata truffata e dunque ho sporto denuncia ai carabinieri. I quali hanno scoperto che la somma, 890 euro, è finita in Olanda. Ma la banca non mi risarcirà perché risponde solo in caso di clonazione delle carte di credito. Per la restituzione del denaro è necessaria una rogatoria internazionale. La procedura però difficilmente andrà a buon fine». E conclude: «Ci sono parecchie anomalie in questa storia. Chi ha operato, ha utilizzato un numero corrispondente al telefono del mio istituto. Sapeva che avevo scaricato nel mio smartphone la app della banca. E conosceva i numeri iniziali delle mie carte. Racconto la mia storia perché non capiti di nuovo ad altri. Ora? Mi rivolgerò a Federconsumatori». (g.r.) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino