​Sparita nel 1976, era in vendita online la campana della chiesa

Una campana del Friuli recuperata a Tricesimo
ARTEGNA (Udine) - Non è passato neanche un mese dale celebrazioni per quarantennale del terremoto che, nel 1976, distrusse una larga parte del Friuli e seminò morte....

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ARTEGNA (Udine) - Non è passato neanche un mese dale celebrazioni per quarantennale del terremoto che, nel 1976, distrusse una larga parte del Friuli e seminò morte. Le popolazioni e le istituzioni, allora, si diedero da fare per ricostruire tutto, e per recuperare anche i beni artistici, oltre alle case e alle fabbriche. Molto, però, andò disperso, e non poteva essere altrimenti, nella confusione delle macerie e nel lutto. Adesso un vecchio pezzo di quell Friuli martoriato è stato ritrovato. Non era finito in qualche soffitta, o dimeticato in cantina, come è capitato a volte, per poi essere ristrutturato e restituito alla comunità. Era in vendita online, dove stato scovato per caso. «Si tratta di una campana che si trovava nell’area della vecchia caserme che fu degli alpini e dei fanti – spiega il sindaco di Artegna, Aldo Daici -; una caserma militare che si ergeva su un appezzamento in prossimità della statale 13 Pontebbana, e che è non c’è più. Quell’area, in cui onestamente non sono mai entrato, oggi è ancora usata dai soldati che fanno delle esercitazioni e su cui noi non abbiamo naturalmente competenza».


«Questa campana è stata trovata fuori regione, fuori dal Friuli Venezia Giulia. Probabilmente era la campana di un luogo sacro ricavato nella ex caserma, una chiesetta, una cappella. Non ho memoria di questo ma chiedo che venga restituita alla popolazione di Artegna». Una sorpresa inaspettata, per i terremotati, specialmente per quelli più anziani, che forse i rintocchi di quella campana se li ricordano ancora bene, anche se sono passati più di 40 anni. E un caso di “arte rubata” e messa in vendita su internet impunemente, su siti dedicati dove ormai si trova di tutto: da monete antiche ad anfore, ad altre testimonianze storiche che appartengno a tutta la comunità.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino