Appassionato di cimeli della Grande Guerra scopre tre granate inesplose

Trovate a Moggio in una postazione di artiglieria i guastatori le hanno fatto brillare nel Fella

Appassionato di cimeli della Grande Guerra scopre tre granate inesplose
MOGGIO UDINESE - Segnalate da un recuperante di cimeli della Grande Guerra, tre granate sono state recuperate in una postazione d'artiglieria che si trova a sella...

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MOGGIO UDINESE - Segnalate da un recuperante di cimeli della Grande Guerra, tre granate sono state recuperate in una postazione d'artiglieria che si trova a sella Cereschiatis, nel territorio comunale di Moggio Udinese, a 960 metri di altitudine. In molti si saranno chiesti l'origine delle deflagrazione che nel pomeriggio di ieri hanno rotto il silenzio nella zona di Ovedasso. Le granate, infatti, una volta messe in sicurezza dagli artificieri dell'Esercito in forza al 3^ Reggimento Guastatori sono state trasportate e definitivamente neutralizzate nel greto del Fella.

L'operazione ha impegnato due squadre di guastatori specializzati del Terzo Reggimento Guastatori di Udine. Nella zona in cui si è deciso di procedere con il brillamento si è operato con un escavatore dell'Esercito. Con il mezzo meccanico è stato predisposto il "fornello" (gergo militare per indicare una buca) dove con apposito innesco di esplosivo militare le granate sono state definitivamente neutralizzare. Al termine l'area è stata bonificata e ripristinata. A supporto delle forze dell'ordine sono intervenuti i militari della stazione dei carabinieri di Moggio Udinese e il Corpo militare della Croce rossa italiana, che ha garantito l'assistenza sanitaria, che in questo genere di attività è obbligatoria.
Gli ordigni erano stati segnalati alle forze dell'ordine da un recuperante di cimeli della Grande Guerra. Erano posizionati all'interno di una postazione italiana di obice da 120 mm HE (alto esplosivo), un pezzo di artiglieria utilizzato dai soldati italiani durante la prima Guerra mondiale. Anche le granate erano in dotazione all'Esercito italiano. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino