TRIESTE - Svolta nelle indagini della Polizia di Stato sulla scomparsa di Slavica Kostic, 37enne badante di nazionalità serba, avvenuta lo scorso 16 aprile. L'ex marito...
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Con queste accuse la Polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha arrestato l'uomo. Gli uomini della Squadra Mobile di Trieste hanno eseguito il provvedimento di fermo disposto dal PM titolare delle indagini dopo aver reperito numerosi indizi di colpevolezza che hanno consentito di fare luce sui fatti. L'uomo ha confessato. Nel corso delle indagini è stato di fondamentale importanza il supporto della Polizia Scientifica di Padova che si è avvalsa del «Luminol», per la ricerca di tracce biologiche. Particolarmente proficua nel corso delle indagini è stata la cooperazione tra Polizia italiana e Polizia slovena che ha consentito di delineare compiutamente il quadro dei fatti.
Era stata la figlia della donna, Nevena Manojlovic, a lanciare l'allarme dopo aver cercato ripetutamente la madre al telefono ma senza successo. Slavica era arrivata a Trieste una domenica sera per svolgere un turno di tre settimane presso una coppia di anziani. Da Pozarevac (Serbia), dove studia, la figlia aveva allertato i parenti in Italia che hanno messo in moto le forze di sicurezza. La figlia della badante aveva spiegato di sentire solitamente la madre due-tre volte al giorno. Domenica sera la donna aveva rassicurato la figlia di essere arrivata a Trieste, attorno alle 20.30. Poi, alle 21.50 un'altra telefonata. Questa volta l'ultima. Dopo quel momento, Slavica non ha più risposto al cellulare che risulta spento. Quella notte la madre avrebbe dovuto dormire in casa dell'ex marito, serbo ma residente a Trieste. Le ricerche della donna sono partite immediatamente e sarebbero arrivate ad una tragica conclusione.
Da una prima ispezione dell'abitazione, tutto risultava in ordine; ma gli investigatori hanno voluto andare in fondo, e con l'ausilio della Polizia Scientifica interregionale di Padova hanno utilizzato il "Luminol" per individuare tracce biologiche, che in effetti sono emerse, segno che qualcuno aveva compiuto un'azione violenta e quindi ripulito tutto per poi sbarazzarsi del cadavere. Dalle tracce ematiche è quindi emerso che il dna era quello di Slavica Kostic. Gli accertamenti si sono progressivamente indirizzati sul marito separato della donna, Dragoslav Kostic, che dopo aver lavorato nel capoluogo giuliano nel settore edile da qualche tempo era rientrato nel Paese balcanico, tornando ogni tanto a Trieste. Dall'esame del traffico telefonico e autostradale è emerso che la notte del delitto l'uomo era arrivato in città. Ai poliziotti aveva raccontato di essere invece rimasto sempre in Serbia, e aveva prodotto alcune foto della vettura rimasta "accidentalmente" distrutta da un incendio. Circostanza, quest'ultima, smentita da una consulenza tecnica che ha dimostrato la natura dolosa del rogo.
Il sostituto procuratore Matteo Tripani ha quindi disposto ieri il fermo di indiziato per l'uomo, che messo alle strette di fronte alle incongruenze del suo racconto ha confessato, facendo anche ritrovare il corpo della donna - in avanzato stato di decomposizione - nella discarica situata poco oltre il confine sloveno, nella località carsica di Kreplje, recuperato in collaborazione con la Polizia slovena.
Il Gazzettino