TRIESTE - Raggiunti improvvisamente da una raffica di proiettili e, subito dopo, impegnati in un conflitto a fuoco che ha scongiurato la strage. Rapidi, freddi e compatti. Anche...
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È il racconto di uno dei tre agenti della Squadra Mobile di Trieste, che hanno fermato davanti alla Questura la fuga dell'uomo che, pistole alla mano, stava tentando una disperata fuga dopo avere ammazzato Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. L'agente ha ricordato l'ultima fase della vicenda, quando Meran - impugnando le due pistole sottratte agli agenti Rotta e Demenego - dopo i due omicidi ha tentato la fuga fuori dall'edificio esplodendo i colpi contro chiunque incrociasse. E dopo aver cercato di aprire una volante parcheggiata vicino all'ingresso, l'uomo aveva cominciato a sparare proprio contro l'auto della Mobile appena arrivata. «Stavamo rientrando verso il parcheggio della Questura quando ci siamo ritrovati in mezzo agli spari - racconta il poliziotto - . Eravamo in tre, siamo stati colti di sorpresa e abbiamo rischiato di essere colpiti: qualcuno aveva aperto il fuoco contro di noi. Non avevamo avuto il tempo di coordinarci con nessun altro ma sapevamo che dovevamo agire subito e fermare quella persona». E l'azione degli agenti è stata rapida e lucida.
«Ci siamo messi in sicurezza dietro la macchina e abbiamo aperto le portiere dell'auto, c'è stato poi il conflitto a fuoco e un proiettile ha raggiunto la vettura - prosegue - .
Il Gazzettino