«Ce lo siamo trovato davanti, armi in pugno. Così l'abbiamo fermato»

L'auto crivellata di colpi
TRIESTE - Raggiunti improvvisamente da una raffica di proiettili e, subito dopo, impegnati in un conflitto a fuoco che ha scongiurato la strage. Rapidi, freddi e compatti. Anche...

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TRIESTE - Raggiunti improvvisamente da una raffica di proiettili e, subito dopo, impegnati in un conflitto a fuoco che ha scongiurato la strage. Rapidi, freddi e compatti. Anche se i colpi, sparati da Alejandro Stephan Meran che aveva già ucciso due agenti, «ci hanno colti di sorpresa: abbiamo rischiato di morire, ci sparava contro ma con la rapidità abbiamo avuto la meglio».


È il racconto di uno dei tre agenti della Squadra Mobile di Trieste, che hanno fermato davanti alla Questura la fuga dell'uomo che, pistole alla mano, stava tentando una disperata fuga dopo avere ammazzato Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. L'agente ha ricordato l'ultima fase della vicenda, quando Meran - impugnando le due pistole sottratte agli agenti Rotta e Demenego - dopo i due omicidi ha tentato la fuga fuori dall'edificio esplodendo i colpi contro chiunque incrociasse. E dopo aver cercato di aprire una volante parcheggiata vicino all'ingresso, l'uomo aveva cominciato a sparare proprio contro l'auto della Mobile appena arrivata. «Stavamo rientrando verso il parcheggio della Questura quando ci siamo ritrovati in mezzo agli spari - racconta il poliziotto - . Eravamo in tre, siamo stati colti di sorpresa e abbiamo rischiato di essere colpiti: qualcuno aveva aperto il fuoco contro di noi. Non avevamo avuto il tempo di coordinarci con nessun altro ma sapevamo che dovevamo agire subito e fermare quella persona». E l'azione degli agenti è stata rapida e lucida.


«Ci siamo messi in sicurezza dietro la macchina e abbiamo aperto le portiere dell'auto, c'è stato poi il conflitto a fuoco e un proiettile ha raggiunto la vettura - prosegue - . Per bloccare l'uomo ci sono voluti diversi secondi: l'aggressore è stato colpito alla gamba ed è finito a terra urlando. Credo che l'intera vicenda sia durata poco più di un minuto». Precedentemente Meran aveva tentato di salire ai piani superiori ma - costretto a desistere - aveva sparato alcuni colpi cercando di uscire poi dall'edificio con le due armi in pugno. Il primo conflitto lo aveva ingaggiato nell'atrio adiacente, esplodendo i colpi di pistola contro il personale al corpo di guardia, dove aveva anche ferito alla mano sinistra un agente. Poi il tentativo di scappare in macchina, l'arrivo dei tre uomini della Squadra Mobile e la fine della fuga, con Meran a terra colpito all'inguine. «È successo di tutto mentre noi che sentivamo tutti quegli spari eravamo negli uffici e non riuscivamo a spiegarci cosa stesse succedendo», hanno riferito altri agenti. Dopo quei momenti di frenetica tensione, resta il racconto di «scene drammatiche» - così come le ha definite lo stesso Questore di Trieste - che sono state riprese dalle telecamere all'interno della struttura. Video che confermano tragicamente il racconto degli agenti.(ANSA).
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Il Gazzettino