TRIESTE - «Gli 11 milioni di euro all’anno spesi dal Comune per gestire l’immigrazione clandestina rappresentano uno schiaffo in faccia a tutti quei triestini...
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Gli 11 milioni includono la spesa sostenuta per l'accoglienza dei minori, lo Sprar e i fondi della Prefettura. Ogni singola persona ha diritto a 35 euro al giorno per alloggio, pasti, trasporti, corsi, progetti di integrazione e attività sociali. Per le piccole spese personali vengono assegnati 2,50 euro al giorno. «Tutte queste persone - conclude il futuro vicesindaco di Trieste se Roberto Dipiazza vincerà le elezioni comunali a giugno - si godano gli ultimi istanti di anarchia, poiché da giugno, dopo le elezioni, la situazione cambierà radicalmente sia a livello di atteggiamento del Comune nei confronti del Ministero e della Regione che nelle misure pratiche che la stessa amministrazione metterà in campo non più a tutela degli ultimi arrivati bensì dei residenti. E in tale contesto di radicale inversione di rotta andrà inserita la revoca del mandato a Ics per la gestione dei clandestini».
Secca la replica dell'assessore comunale al sociale Laura Famulari: «Una persona come Roberti che vuole fare il vicesindaco non ha ancora capito come funziona il sistema dei finanziamenti, soprattutto di natura europea, finalizzati esclusivamente all'accoglienza dei migranti». «Si tratta - spiega Famulari - di fondi che il governo gira ai Comuni e che vengono gestiti con la Prefettura, non sono soldi del Comune». All'accusa dello "schiaffo in faccia ai triestini" in difficoltà, l'assessore risponde: «Questo Comune ha aumentato l'assistenza economica dell'85%, il bilancio complessivo per il welfare ammonta a 55 milioni e a questi si aggiunge il nuovo sistema di sostegno al reddito che prevede, in questa fase, il trasferimento di 12 milioni a fronte di 3mila richieste pervenute». Un ultimo dato: «La spesa sociale pro capite di Trieste è il doppio di quella italiana secondo dati Istat e Openpolis». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino