Ferriera, 3mila persone in corteo: «Chiudete l'area a caldo»

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TRIESTE - Questa volta c'era la rabbia. Tanta rabbia. Quella contro le istituzioni che non stanno tutelando la salute dei cittadini. Questo è stato l'urlo degli oltre 3mila partecipanti, una vera e propria marea umana, alla manifestazione popolare indetta dal Comitato 5 dicembre per invocare, ancora una volta, la chiusura dell'area a caldo della Ferriera di Servola. "Polveri sottili e bugie grossolane", "Ferriera questa sì che no se pol", "Basta veleni e rumori" sono solo alcuni degli slogan leggibili sulla moltitudine di cartelli che hanno colorato e animato il serpentone umano partito attorno alle 17.30 dal Foro Ulpiano. Non a caso difronte al Tribunale perchè l'appello è stato rivolto anche alla giustizia affinchè senta la protesta e tuteli il diritto alla salute dei triestini. Questa volta sono state invocate, a colpi di megafono, anche le dimissioni del sindaco Roberto Cosolini e della presidente della Regione Fvg Debora Serracchiani. «Taranto e Trieste uniti nella lotta, la salute non si tocca» il mantra del corteo seguito a vista dalle forze dell'ordine fino all'epilogo in Piazza Unità. «Non ci sentiamo strumentalizzati - ha detto Barbara Belluzzo del Comitato - le questioni ambientali sono trasversali, l'area a caldo può essere chiusa approviggionando la ghisa sul mercato».

Tra i manifestanti, molte famiglie con bambini e residenti di ogni età. Ma anche alcuni tra i candidati a sindaco della prossima tornata elettorale del 5 giugno: presente al corteo il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio che ha commentato:  «Gli esponenti del Pd stanno coprendo con il referendum la campagna elettorale delle amministrative perché sanno di essere a rischio in molte città come questa. La campagna referendaria la stanno utilizzando per coprire i pessimi risultati che hanno paura di raggiungere. La Boschi dice 'ce ne andiamo a casa se non passano le riforme costituzionali', non vorrei che questo si trasformasse in un boomerang, potrebbero tentare i cittadini».  Alla magistratura, il Comitato 5 Dicembre ha chiesto di fare in fretta a fronte di una legge «ingiusta che lascia operare con cancerogeni in mezzo alle case». Molte persone indossavano mascherine anti-gas in segno di protesta, attrezzate con pentole e fischietti. Un minuto di silenzio è stato osservato per le vittime della siderurgia, operai e famiglie che vivono nel rione di Servola.
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Il Gazzettino