TRIESTE - Dalla giovane studentessa universitaria alla prima esperienza politica al pensionato che vuole ancora essere parte integrante della comunità cittadina. Una...
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Sono 40 invece i candidati che fiancheggiano Alessia Rosolen che corre per la poltrona di sindaco in antitesi a Roberto Dipiazza con Un'Altra Trieste Popolare: «Mi candido per risvegliare la bella addormentata nel porto. Mi candido per dare speranza e fiducia alle famiglie e ai giovani di Trieste. Mi candido perché questa è la mia città, la politica è la mia passione, e non potevo limitarmi ad assistere passivamente all’ennesima sfida tra vecchie alleanze e coalizioni rancorose». Assieme al gruppo che la sostiene (tra i primi nomi quelli di Paolo Rovis, Franco Bandelli e Roberto Bolelli), Rosolen propone un progetto innovativo, rivoluzionario, in cui la natalità e la rete di protezione sociale costituiscono la priorità, e la cellula base da cui partire per costruire la Trieste di domani. «Affermeremo un nuovo modello sociale per la famiglia, un sistema universale e gratuito per tutti: le famiglie non dovranno più pagare un solo euro per il nido, l’asilo, il SIS, il ricreatorio e la mensa. L’educazione dell’infanzia sarà completamente gratuita».
Da Fabio Carini, candidato sindaco di Startup Trieste, la proposta di cancellare Promotrieste «consorzio mangiasoldi» per portare la promozione turistica in capo al Comune «grazie all’individuazione di un assessore tecnico di provata esperienza e capacità quale Leo Horvic, un esperto a livello locale,
nazionale ed internazionale che figura tra i nostri candidati». Faremo immediatamente pressione sulla Regione – aggiunge Carini – per istituire la tassa di soggiorno, variabile da 1 a 3 euro a persona per
ogni notte, che solo la cecità dell’assessore Bolzonello ha negato ma che, questa è la realtà provata, garantisce ovunque in Italia giusti e fondamentali ricavi da destinare come tassa di scopo alla promozione
del territorio, ai progetti innovativi delle strutture ricettive locali ed alla formazione del personale».
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Il Gazzettino