TRIESTE - Sono state 909 le presenze tra richiedenti asilo e rifugiati in città nel mese di aprile. Numero che si riduce ad 844 al netto dei trasferimenti. Il picco, tra...
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«Mai ceduto a logiche di tipo emergenziale» chiarisce Gianfranco Schiavone dell'Ics sottolineando come invece si sia puntato sull'accoglienza diffusa (70,51%) per stabilizzare il sistema al contrario di quanto avviene mediamente in Italia. Chiarito che «l'accoglienza non è un vitalizio ma riguarda il tempo necessario all'esame della domanda d'asilo e per un tempo successivo di sei mesi» si tratta di «aiutare le persone a trovare un percorso di autonomia». Resta il problema della redistribuzione dei migranti su tutto il territorio regionale: «Non abbiamo guardiani di pecore - è stato detto - ma operatori formati che trattano i richiedenti asilo come persone». Uno degli obiettivi è che i richiedenti asilo non siano nullafacenti ma che vengano, tutti, impiegati in qualche attività utile alla società: «Le occasioni però devono partire da enti e associazioni».
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Il Gazzettino