TREVISO . «Il Tribunale di Treviso è una sauna e va dichiarato parzialmente inagibile: va chiuso nel pomeriggio a tutela della salute di chi ci lavora». A...
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UN FORNOAl terzo piano, dove ci sono gli uffici della Procura, la situazione è al limite della sopportazione: negli gli uffici dei sostituti procuratori, dei cancellieri e nei corridoi sembra di essere nel sahara. Qualche pm si è portato da casa piccoli condizionatori portatili per trovare un po' di sollievo. A soffrire di più chi, nel palazzone, ha gli uffici esposti al sole. Per loro è inutile aprire le finestre, da fuori entra il caldo che poi trasforma i vetri chiusi in radiatori che incendiano le stanze. Qualcuno tenta di accendere l'aria condizionata ma dai bocchettoni quello che esce è un venticello tiepido. E così lavorare in quelle condizioni è quasi impossibile. Ci si cuoce.
LA PROTESTAI sindacati hanno allora preso carta e penna e scritto al presidente Gatto e al procuratore Dalla Costa sottolineando la situazione insopportabile anche alla luce, dice la nota, di una età media elevata dei dipendenti. Lo Spisal, a cui era stato chiesto di intervenire, si è detto incompetente. Ma ieri mattina è arrivata una comunicazione dell'ufficio di vigilanza che si occupa degli edifici dei tribunali veneti in cui viene chiesto al presidente e al procuratore quali iniziative urgenti si intendano adottare per risolvere il problema. Va detto che gli uffici amministrativi del Tribunale avevano chiesto la sostituzione degli impianti oltre un anno fa ma l'assegnazione dell'appalto da parte del Ministero delle Infrastrutture è avvenuta solo di recente. I lavori saranno consegnati nel 2019. E non è praticabile neppure la strada di un intervento tappabuchi sugli impianti in panne: si tratta di vecchie macchine, che tra l'altro funzionano attraverso l'utilizzo di liquidi refrigeranti che non si possono più usare perché inquinanti e perciò fuorilegge. Insomma, non c'è scampo alla calura. Le rappresentanze sindacali, sottolineando la responsabilità della dirigenza rispetto alla sicurezza dei lavoratori, hanno suggerito che il palazzo di Giustizia, almeno fino a quando le condizioni meteo resteranno all'insegna dell'arsura di questi giorni, venga dichiarato parzialmente inagibile, anticipando la chiusura alle 13.35. La richiesta è datata 3 agosto ma per ora non sono ancora arrivate risposte ufficiali. Nel frattempo - nelle aule e nelle cancellerie e negli uffici dei giudici e dei pm, si suda. Sulle mura del Tribunale picchia inesorabile il sole di agosto e l'afa è insopportabile. E dentro si muore di caldo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino