TRIBANO - «Signor parroco, la preghiamo di abbassare il volume delle campane: non riusciamo a riposare». La richiesta è stata recapitata nero su bianco da...
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Il sacerdote ha portato a conoscenza di parrocchiani e cittadini la missiva, suscitando peraltro molte richieste che vanno in senso contrario alla domanda dell’anonimo, che chiede di «adottare l’accorgimento anche a nome di molti altri residenti».
PROGRAMMI
«Ho accolto con simpatia questa lettera anonima che mi è arrivata nei giorni scorsi - racconta don Andrea - In questi anni ho accorciato la durata dei programmi con cui le campane suonano fino al minimo di durata possibile, e ho cancellato (tranne che nel mese di maggio) la campana che suonava ogni giorno alle 20.45 a richiamare le famiglie alla preghiera serale del rosario e quella che al sabato pomeriggio annunciava l’inizio del “giorno del Signore” secondo tradizioni che ormai non sono più comprese e condivise dai più», ammette il sacerdote, che in parrocchia ha guadagnato in pochi anni stima e apprezzamento. «Purtroppo le campane non hanno la manopola del volume, per cui non sarà possibile accondiscendere alla richiesta specifica “dei parecchi cittadini”: le campane semplicemente suonano o non suonano», aggiunge il sacerdote con un pò di umorismo. «A sollievo di questo disagio, ora è iniziato l’ autunno e mi auguro che, almeno per qualche mese, sarà più facile riposare con il frescolino che inviterà a tenere le finestre chiuse». Immediate le reazioni di molti tribanesi, tutte a difesa del suono delle campane della bella chiesa di San Martino, che accompagnano da oltre due secoli la vita della comunità del Conselvano: «A me fa sorridere e un po’ invidio questi cittadini - afferma Lisa - se l’unico pensiero che li tiene svegli oltre al caldo sono le campane sono davvero fortunati. C’è chi rimane sveglio per problemi molto più seri».
STORIA
«I nostri vecchi vivevano dei rintocchi delle campane, riconoscevano la mezz’ora, tornavano dai campi per il pranzo e la sera per mungere le vacche, si fermavano per rispetto quando sentivano la triste campana del lutto» aggiunge Filippo, per il quale «quella era vita, quella era poesia. Invece la societa moderna pretende, triste a dirsi, ma è cosi». Non manca un po’ di sano sarcasmo. Maurizio, ricordando le gesta del Marchese del Grillo interpretato da Alberto Sordi, ha una proposta: «Mi fa sorridere che qualcuno creda si possa abbassare il volume delle campane, ma a questo punto don Andrea potrebbe far rivestire di gomma il battocchio».
Nicola Benvenuti
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Il Gazzettino