Il vescovo rock suona coi profughi al veglione dei poveri

Il vescovo Michele Tomasi ha festeggiato l’arrivo del 2020 con una trentina di senza dimora suonando la chitarra
TREVISO - Tutti assieme a far festa, senza distinzioni. Una trentina di persone senza dimora hanno atteso l’arrivo del 2020 partecipando al veglione, andato in scena nei...

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TREVISO - Tutti assieme a far festa, senza distinzioni. Una trentina di persone senza dimora hanno atteso l’arrivo del 2020 partecipando al veglione, andato in scena nei locali di palazzo Moretti, assieme al vescovo Michele Tomasi. Un evento simile era già stato organizzato a Conegliano, ma per Treviso era una prima volta assoluta. Il veglione è stato organizzato dalla Nova Facility in collaborazione con associazioni come la comunità di Sant’Egidio, la Moby, le Discepole del Vangelo e altri gruppi diocesani. A tirare le fila Alice della Nova Faicility e Nicoletta della Sant’Egidio di Treviso. Il cenone prevedeva un menù a base di pasticcio, arrosto, cotechino e lenticchie. Più gli immancabili pandori e panettoni. 


LE DIFFICOLTÀ
Gli ospiti sono arrivati alla spicciolata a palazzo Moretti. Non è stato così semplice come potrebbe sembrare. Oltre a chi vive nella comunità alloggio all’interno dello stesso stabile, che conta anche quattro posti per le emergenze abitative, la prima difficoltà è stata convincere i senza dimora sistemati in altri dormitori della città che avrebbero comunque ritrovato il loro posto nelle varie strutture. Alcuni hanno declinato l’invito: ha vinto il timore di ritrovarsi a dormire per strada. Altri, invece, hanno voluto partecipare. Per la sala mensa di palazzo Moretti è passata una trentina di persone. Altrettanto nutrito il gruppo di operatori e volontari che ha festeggiato assieme a loro.

IL MESSAGGIO

A cominciare proprio dal vescovo Tomasi: «Sono qui perché mi piace stare in mezzo alla gente e conoscere nuove persone. È un comportamento che fa parte di me e che non cambia perché adesso sono diventato vescovo – ha spiegato – avrei forse dovuto rimanere a casa? Ho chiesto al direttore della Caritas, don Davide Schiavon, cosa c’era in programma. E questo veglione mi è sembrato l’ideale per festeggiare l’arrivo del nuovo anno». Dopo la cena è arrivato il momento della classica tombola con premi di ogni tipo: dai piccoli panettoni alle penne, fino a racchette, zaini e borse impermeabili. Poi le Discepole del Vangelo hanno fatto spuntare un paio di chitarre. E il sorriso del vescovo si è allargato ulteriormente. Quando un giovane profugo del Burkina Faso ha intonato una canzone brandendo il telefonino come un microfono, non ha resistito al richiamo della musica. Don Michele - è così che si presenta - si è subito fatto passare una chitarra, ha sfoderato la sua anima rock e ha accompagnato il canto del ragazzo improvvisando una melodia a orecchio.
Mauro Favaro  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino