TREVISO - Il finto bombarolo del tribunale? Era di casa: lo conferma la Digos che con i tabulati telefonici ha smascherato gli autori di due chiamate minatorie il 13 giugno e il...
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Ma ieri è stato il giorno dei finti bombaroli a Treviso. Prima, intorno alle 9, il falso allarme bomba, con l’evacuazione del palazzo di giustizia. Poi la notizia dell’imminente processo nei confronti del 48enne che, a giugno 2014, piazzò un finto ordigno nei bagni del tribunale. E infine il processo nei confronti del dirigente e del suo amico.
Davanti al giudice sono sfilati il cancelliere, 50 anni, e il conoscente 45enne entrambi trevigiani e sempre proclamatisi innocenti, tanto da scegliere di opporsi al decreto penale di condanna da 950 euro (in sostituzione di 25 giorni di reclusione), con i benefici. Entrambe le chiamate fecero slittare l’udienza per il pignoramento della casa di uno degli imputati, ma soprattutto avevano gli stessi contenuti. "Partito comunista combattente - recitava la prima che per l’accusa avrebbe effettuato il dirigente -. Abbiamo messo una bomba. Salta tra un’ora". Più stringata la seconda: "Partito comunista combattente. Bomba". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino