TREVISO - Saltano le prime 'teste' per il caos sulla gestione dell'accoglienza dei migranti. Le proteste dei cittadini di Quinto di Treviso, scesi in strada giovedì...
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Il benservito al rappresentante di governo a Treviso l'ha dato ad ogni modo il responsabile del Viminale, oggi, parlando a Bruxelles. Sul fronte immigrazione «dove dovevamo dare come amministrazione la prova di fare il massimo - ha detto Alfano - interverremo, per esempio, al prossimo Cdm sostituirò il prefetto di Treviso». Una notizia già nell'aria, se è vero che il sindaco Dem del capoluogo della Marca, Giovanni Manildo, sentitosi venerdì al telefono con Renzi, ha confermato di essere stato messo al corrente di questa intenzione.
«Noi stiamo facendo un grande sforzo di accoglienza» nei confronti dei migranti, ha sottolineato Alfano al termine del Consiglio Ue affari interni. «Io mi chiedo, rispetto ad alcuni disguidi verificatisi in alcune realtà del Veneto - ha aggiunto il ministro - quanto saremmo stati agevolati dalla partecipazione e cooperazione delle regioni e altri enti locali». «Abbiamo avuto sempre da parte delle prefetture uno sforzo straordinario - ha ammesso Alfano -, alcune cose non hanno funzionato anche per responsabilità delle Regioni».
Il caso di Quinto di Treviso, con le violente proteste dei residenti sabato scorso, spalleggiati da rappresentanti di Forza Nuova, aveva infuocato il clima già caldo in Veneto per le rivolte contro l'accoglienza scattate in altri centri della regione, da Eraclea a Portogruaro, nel veneziano, da Avesa (Verona) a Padova, con la tendopoli dell'ex caserma Prandina. Ma dove la situazione era apparsa sfuggire di mano alle autorità è stato a Quinto.
Di fronte al clima incandescente creatosi davanti al residence trevigiano, la prima reazione della Prefettura era stata dura, i profughi - si disse - non potevano «che rimanere dove stanno».
Il Gazzettino