Svuotata la cassa del condominio: coppia di amministratori nei guai

Svuotata la cassa del condominio: coppia di amministratori nei guai
TREVISO - Amministratori di condominio "furbetti" fanno sparire circa 50mila euro dal fondo cassa per pagare debiti accumulati nella gestione di altre attività e per farsi lo...

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TREVISO - Amministratori di condominio "furbetti" fanno sparire circa 50mila euro dal fondo cassa per pagare debiti accumulati nella gestione di altre attività e per farsi lo stipendio: è l’accusa per la quale il pm Giovanni Valmassoi - sulla base della denuncia presentata da Alessandro Cervi, legale rappresentante della Residenza "Il Chiodo" di via Montello (si costituirà parte civile con l’avvocato Stefano Zoccarato chiedendo il risarcimento del danno), ha chiesto e ottenuto di processare Roberto Artuso, 51 anni, e la compagna Cristina Caodaglio, 44 anni, entrambi di Treviso. È il terzo caso nel quale la coppia - sono i soci della ditta "Amministrazione Restera" srl di Treviso - è a processo chiamata a rispondere dell’ipotesi d’accusa di appropriazione indebita.


Tra gennaio e dicembre 2012, Artuso e Caodaglio, che sono difesi dall’avvocato Annalisa Zanin, avrebbero messo in atto una serie di stratagemmi - secondo l’accusa - per procurarsi un ingiusto profitto. Quali soci della "Amministrazioni Restera" che si occupava della gestione contabile del complesso condominiale "Il Chiodo" - secondo il pm Valmassoi - si sarebbero appropriati, utilizzando svariate operazioni su un conto corrente aperto dai condomini nella filiale di Treviso di Centromarca, quasi 54mila euro.


Dettagliate le contestazioni mosse ai due indagati al pm Valmassoi. Su quel conto correnti c’erano le somme versate dai residenti nel complesso condominiale "Il Chiodo" per le spese di gestione. Artuso e Caodaglio, secondo l’accusa, avrebbe utilizzato quei soldi per fini personali o comunque estranei alla conduzione del bene amministrato. In particolare, secondo il castello accusatorio, si "sarebbero dimenticati" di saldare fatture e bollette o fatture nei confronti di Enel energia elettrica (2mila 800 euro), Enel gas (11mila), Ato Trevigiano servizi (14mila 200); Otis servizi (14mila 800); Arteditalia (10mila 800) e di altri sette fornitori di servizi per complessivi 23mila euro. Secondo l’accusa quei soldi sarebbero stati destinati dai due indagati per pagare società che non avevano fornito servizi alla residenza "Il Chiodo", ma ad altri condomini. Ai due amministratori della "Restera" la Procura ha anche contestato le aggravanti del danno di rilevante gravità e l’abuso della prestazione d’opera. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino